Parte del problema in Belgio, dove Gorillas faceva pagare ai clienti 1,8 euro per ogni consegna, è dovuto al fatto che la domanda è rimasta bassa. Una persona che lavorava in un magazzino della società a Bruxelles ha raccontato che alcuni magazzini ricevevano solo 80-90 richieste al giorno e che la crescita degli ordini si è interrotta dopo la fine dei lockdown. C’è poi la questione dell’alto costo del lavoro nel paese; stando ai calcoli di Gevaers, considerando anche i contributi previdenziali la retribuzione di un rider o di un magazziniere in Belgio costa a un’azienda circa 25 euro all’ora, oltre il 20 % in più rispetto ai vicini Paesi Bassi.
Le aziende che avevano pianificato di emulare il percorso di Uber diffondendosi a livello globale (Uber opera in più di 10mila città) ora sono costrette a cambiare rotta. Gli investitori non sono più disposti ad aspettare dieci anni perché un’azienda inizi a realizzare i primi profitti: “Abbiamo capito che dobbiamo adattarci, correggere la rotta e farlo in fretta. Abbiamo preso decisioni molto difficili e ora l’attenzione è rivolta alla redditività“, ha dichiarato Ugur Samut, cofondatore di Gorillas, alla conferenza Global Summit del Consumer Goods Forum il 22 giugno.
Gorillas non è l’unica app di consegna rapida a essere stata colpita da questi problemi: “L’aumento dell’inflazione e il deterioramento delle prospettive macroeconomiche in tutto il mondo hanno spinto tutte le aziende, soprattutto nel settore tecnologico, e anche Getir, ad adeguarsi al nuovo clima“, spiega Turancan Salur, direttore generale di Getir in Europa.
Secondo Gevaers, i piani di aziende come Gorillas e Getir prevedevano di bruciare enormi quantità di denaro acquisendo in modo aggressivo quote di mercato: “Poi, a un certo punto, non è più il tuo business ma la tua base di clienti a diventare interessante“. Getir avrebbe tuttavia dimostrato che il suo modello di business funziona, evidenzia Salur, dal momento che molti dei suoi negozi in Turchia, il primo mercato dell’azienda, sono redditizi.
I lavoratori di Gorillas che in Belgio stanno perdendo il posto sono tutelati dalle norme sul lavoro del paese, che garantiscono ai lavoratori con contratti a tempo pieno almeno quattro mesi di retribuzione. Alcuni impiegati nel paese, inoltre, sono stati assunti da un’azienda belga di consegne alimentari, Efarmz, che ha acquistato la “business intelligence locale di Gorillas nel settore del commercio rapido“, si apprende in una dichiarazione dell’azienda. Gorillas non ha voluto condividere ulteriori dettagli sull’accordo con Wired UK.
I licenziamenti in Italia
Recentemente Gorillas ha annunciato l’intenzione di uscire anche dal mercato italiano. L’azienda ha comunicato che a partire dal 4 luglio sarebbero iniziate le procedure per il licenziamento di 540 dipendenti tra Roma, Firenze, Milano, Bergamo e Torino.
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di Morgan Meaker www.wired.it 2022-07-05 17:00:00 ,