Governo, fallisce l’ultima mediazione di M5S: per Draghi l’unica via è la fiducia sul dl Aiuti

Governo, fallisce l’ultima mediazione di M5S: per Draghi l’unica via è la fiducia sul dl Aiuti

Governo, fallisce l’ultima mediazione di M5S: per Draghi l’unica via è la fiducia sul dl Aiuti



Ore decisive per la sopravvivenza del governo Draghi. I Cinque Stelle non voteranno la fiducia al decreto aiuti in programma oggi al Senato, come ha annunciato il leader Giuseppe Conte all’assemblea congiunta dei parlamentari pentastellati al termine di una giornata convulsa e contraddittoria. Nel tentativo di evitare la crisi di governo il ministro dei Rapporti per il Parlamento, Federico d’Incà, ha portato avanti un’ultima mediazione: ai capigruppo parlamentari che ha riunito prima dell’Aula, ha proposto di evitare la fiducia sul provvedimento ma di votare articolo per articolo. Una soluzione respinta però da Palazzo Chigi: il ministro ha avuto un confronto con il premier Draghi il quale ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia.

La fiducia al Senato

L’aula del Senato ha avviato alle 9,30 la discussione generale, licenziato dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama senza il mandato al relatore e già approvato dalla Camera. Sono previste circa due ore di discussione, poi alle 12,30 sarà posta la questione di fiducia e subito dopo dovrebbero cominciare le dichiarazioni di voto. La “chiama” dei senatori è prevista a partire dalle 13,30 e l’esito del voto dovrebbe arrivare tra le 14,30 e le 15.

Letta, maggioranza senza M5s ipotesi improbabile

«Quello che è successo ieri a Roma e la decisione del M5s di non votare la fiducia al decreto Aiuti cambia lo scenario politico. Prendiamo atto di questa scelta, non è la nostra: è una scelta che ci divide. Noi oggi voteremo convintamente la fiducia». Così il segretario del Pd, Enrico Letta, in un punto stampa a Milano. Una maggioranza senza il M5s «a me sembra un’ipotesi totalmente improbabile. Dopodiché il Parlamento è sovrano, quindi ascolteremo tutti» ha aggiunto.

Di Maio, M5s pianificava da mesi apertura crisi

«I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale». Lo ha detto il leader di Ipf e ministro degli Esteri Luigi Di Maio nerl corso dell’assemblea congiunta del suo partito.

Berlusconi: attendiamo scelte Draghi, urne non preoccupano

Per Silvio Berlusconi «i numeri dicono che il governo potrebbe proseguire il suo lavoro fine a fine legislatura anche senza il M5s. FI, in continuità con l’atteggiamento di responsabilità che ha sempre contraddistinto la sua azione, attinde con rispetto le determinazioni del presidente Draghi e le indicazioni che darà il capo dello Stato. È chiaro e innegabile che eventuali elezioni anticipate in un momento così delicato per l’Italia saranno da attribuire unicamente all’atteggiamento irresponsabile dei 5S. Se dovesse accadere, andare alle urne non ci preoccupa: anzi siamo certi che il risultato elettorale premierebbe il centrodestra».



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