Uno vorrebbe pure essere smentito, ogni tanto. Ci si prova, ad avvisare (e quindi a salvare) gli ambiziosi politici committenti, gli altrettanto altezzosi enti pubblici e le permalose agenzie pubblicitarie messe al lavoro per sfornare progetti, campagne, identità visive, attività social in base ai desiderata del visionario di turno. Eppure – dalla lontana ma mai dimenticata epoca di Very Bello, passando per la miserabile impresa di It’sArt, la “Netflix della cultura italiana” fino alla Venere influencer – cambiano ministri e governi ma la sceneggiatura rimane la stessa. E si dipana più o meno nello stesso modo: lancio in grande stile di una qualche iniziativa promozionale-turistica-culturale possibilmente doppione di qualcosa che già esiste, impegno finanziario pubblico significativo rispetto alla dimensione e alla qualità dell’impresa (oppure insufficiente considerando le aspettative), esplosivo dibattito pubblico, rapido declino, dimenticatoio con buona pace dei soldi di tutti.
Anche per Open to meraviglia pare stia andando allo stesso modo. Se possibile, con tempi di appassimento addirittura più stretti di Very bello. L’account Instagram @venereitalia23, attraverso il quale la reincarnazione digitale della divinità dipinta da Sandro Botticelli nel 1485 avrebbe dovuto guidare italiani e turisti stranieri alla scoperta delle ricchezze del paese, è fermo dal 27 giugno, come ha notato Il Foglio. L’attività sembra essersi concentrata su aprile, maggio e giugno scorsi, cioè nel classico periodo trimestrale che di solito è l’intervallo minimo delle agenzie creative e digital per assumere la gestione operativa di un progetto. O almeno, così sembrerebbe leggere fra le righe.
Non sappiamo, in questo caso, chi se ne stia concretamente occupando ma evidentemente a fine giugno l’accordo con chi aveva l’incarico – non si sa neanche se sia la Armando Testa, che ha firmato l’immagine, o un’altra agenzia – dev’essere scaduto o deve essere stato in pausa. E al ministero del Turismo non avranno saputo a chi far gestire – proprio nel pieno della stagione più redditizia per il settore – quel profilo. Nulla neanche nelle storie di Instagram (non ce ne sono neanche in evidenza), per quanto quei 187mila follower costituirebbero un buon punto di partenza per un’attività social. Un progetto molto criticato ma forse, a questo punto e con i 9 milioni di euro messi sul piatto per l’intera operazione, da provare almeno a far funzionare decentemente. Su Twitter un paio di Veneri di Santanché – le ribattezzerei così – ci sono ma non sono account ufficiali e sono di fatto bloccate, scippando al ministero la possibilità di intestarsi quei nomi. Altrove, TikTok e YouTube per esempio, non c’è traccia dell’erede dell’icona rinascimentale che avrebbe dovuto rivoluzionare la comunicazione turistica del governo Meloni.
Non che la stagione turistica sia finita, e a quanto ne sappiamo l’attività social della Venere influencer – al momento concentrata in appena 24 post, fra cui solo tre clip – dovrebbe essere solo un tassello del più ampio progetto promozionale internazionale in cui sarà sfoderata la Venere e tutto il lavoro d’immagine sviluppato dalla Armando Testa. Ma certo questo lugubre silenzio social, lungo ormai i due fondamentali mesi di luglio e agosto, regala un indizio in più a chi inquadra con scetticismo queste campagne costose e sgangherate, senza stile e fondamenta, nate in fretta e destinate a morte annunciata.
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di Simone Cosimi www.wired.it 2023-08-18 08:13:31 ,