Taipei – È la sera del 29 ottobre 2022. Dopo due anni di pandemia, Seul torna a popolarsi per gli ormai consueti festeggiamenti di Halloween. In particolare il distretto di Itaewon, il primo a fare sua la consuetudine di quella festa, a causa della grande presenza di expat dovuta anche alla vicinanza con Yongsan (propriamente “collina del campione”), sede dello storico quartier generale dell’esercito degli Stati Uniti di stanza in Corea del Sud. Il quartiere si appresta a festeggiare come mai prima. Senza mascherine, senza distanziamento sociale, finalmente in totale libertà.
Dopo giorni di passaparola e primi assembramenti già, quella notte sembra davvero che tutta Seul si sia data appuntamento a Itaewon. Tranne la polizia, presente in massa nel 2021, con 4600 agenti a controllare il rispetto delle restrizioni pandemiche e scansionare Qr code. Il 29 ottobre 2022 invece sono in meno di 200. Tanti altri sono dispiegati altrove, a monitorare manifestazioni di protesta contro il governo con poche decine di persone. Pochi, forse nessuno, per gestire l’immenso e continuo afflusso di persone che in meno di 24 ore porta nei vicoli di Itaewon circa 100 mila persone.
Per un po’ il fiume umano si muove più o meno ordinatamente su e giù per le stradine. Si entra e si esce dai associazione e dai locali, si creano tante piccole correnti contrapposte. Poi, all’improvviso, succede qualcosa. Forse una parola sbagliata, forse un gesto incauto. Dall’alto spingono verso il basso, dal basso spingono verso l’alto. Le persone iniziano a cadere come se fossero dei pezzi di un domino. La corrente spinge da tutte le parti. Schiaccia e comprime, verso il suolo o le pareti del vicoletto, rivelatosi una trappola da cui qualcuno cerca di uscire arrampicandosi sui palazzi o le insegne dei locali. In pochi minuti diventa subito chiaro che si tratta di una strage. Alla fine, il bilancio ufficiale è di 158 morti e 196 feriti. Una tragedia con pochi precedenti.
Una ferita che resta aperta
Due anni dopo, quella ferita resta aperta. Lo scorso fine settimana, quello che tradizionalmente dà il via ai festeggiamenti, è stato assai sotto tono. Secondo un racconto pubblicato sul Korea Times, sono stati pochi coloro che si sono presentati a Itaewon con qualche classico travestimento. Tanto che i locali del distretto si lamentano per gli affari assai scarsi. Di fronte all’Hamilton Hotel, teatro della tragedia del 2022, si è in compenso radunato un gruppo di fanatici religiosi con tanto di cartello che recitava: “L’omosessualità è un peccato, Puoi essere salvato se credi in Gesù“. Non è una scelta casuale: Itaewon è un quartiere che ospita anche molti locali per la comunità lgbtqia+. Nonostante l’occasione, lungo quello che è diventato noto come l’October 29 Memorial Alley, i tabelloni per commemorare i morti erano coperti a causa di lavori di manutenzione, che dovrebbero terminare in tempo per la notte dell’anniversario.
A due anni di distanza, le famiglie in disgrazia chiedono ancora un’indagine indipendente e un risarcimento completo alle autorità della Corea del Sud. Quest’anno, così come nel 2023, non sono stati vietati ufficialmente raduni a Itaewon durante la festa di Halloween, anche se le autorità e la polizia hanno condotto esercitazioni di controllo della folla con una rete di quasi mille telecamere a circuito chiuso supportate dall’intelligenza artificiale.
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di Lorenzo Lamperti www.wired.it 2024-10-30 06:00:00 ,