Dopo l’attacco sferrato da Hamas a Israele, Tel Aviv ha dichiarato guerra all’organizzazione che governa la Striscia di Gaza dal 2007. Hamas è stata fondata nel 1987 da Ahmad Yasin, un uomo vicino al partito dei Fratelli Musulmani all’epoca molto potente in Egitto. Anche detto Movimento della resistenza islamica, nel 1988 il partito armato palestinese ha emanato il suo statuto, che è stato aggiornato nel 2017. Il documento originario è composto da sette sezioni: un’introduzione, cinque capitoli che contengono gli articoli della Carta, una conclusione.
I precetti islamici
I primi due articoli della Carta stabiliscono che il Movimento agisce sulla base di precetti dell’Islam e che l’organizzazione è la branca palestinese dei Fratelli musulmani egiziani.
All’articolo 4 si legge che Hamas è un movimento aperto a tutti i musulmani e, per questo, è di carattere universale (articolo 7). Negli articoli 9 e 11 emerge la lettura religiosa del movimento e si chiarisce che Hamas è nato in un periodo in cui i dettami islamici stavano perdendo la loro centralità nella vita quotidiana dei palestinesi.
Nel punto seguente viene spiegato che, in base alla shari’a (ovvero la legge islamica) non è consentito ai musulmani cedere alcuna parte della terra di Palestina, poiché questa “è terra islamica affidata alle generazioni dell’Islàm sino al giorno del giudizio”. Tale principio è stato modificato nel 2017, quando per la prima volta Hamas ha accettato la creazione di uno stato palestinese distribuito tra Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme. Tale stato avrebbe dovuto essere “pienamente sovrano e indipendente, con Gerusalemme come capitale sulla falsariga del 4 giugno 1967”. La richiesta è dunque quella di tornare ai confini stabiliti subito prima della guerra dei Sei giorni, in cui Israele riuscì a conquistare parti di Gaza e della Cisgiordania.
La visione politica
Il nazionalismo è l’impianto ideologico che poggia sul credo religioso islamico del Movimento. “Nulla è più vero e profondo nel nazionalismo che combattere un jihad contro il nemico”, recita l’articolo 12. Per jihad si intende la guerra santa musulmana, in questo caso condotta contro lo Stato di Israele.
Lo statuto definisce in seguito la prospettiva su giovani e figura femminile. All’articolo 16 si afferma la necessità di istruire le nuove generazioni sulla base dei precetti islamici. Nel 17esimo punto si dichiara che le donne hanno un ruolo “non minore” rispetto agli uomini in quanto “forgiatrici di uomini” (dunque di combattenti) e responsabili della loro educazione. Ma è negli articoli che trattano il tema della solidarietà sociale che, forse, è possibile trovare il segreto del successo di Hamas nella Striscia di Gaza. La solidarietà sociale, in politica, si traduce in welfare e aiuti materiali alle famiglie. Non è un segreto che il partito armato abbia investito molto nel sostegno finanziario a vedove e orfani dei miliziani, nonché nell’apertura di scuole e ospedali per acquisire consenso.
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di Giovanni Esperti www.wired.it 2023-10-10 15:28:12 ,