Hocus Pocus 2 parte benissimo, con un flashback sulle tre sorelle ragazzine, perseguitate in quel di Salem da un prete bigotto che disdegna l’indipendenza e l’intelligenza di Wini e il suo rifiuto di maritarsi con un idiota qualsiasi. L’incontro con una strega bellissima, fiera e solitaria (una meravigliosa Hannah Waddingham) che riconosce il senso di ribellione al patriarcato (tanto bastava per essere tacciate di stregoneria) e il talento per la magia di Wini ne determina il futuro magico. Un futuro fatto di ribellione. “Penso che questi tre personaggi siano davvero, in un modo strano e bizzarro, molto positivi per le donne. Prima di tutto, sono molto divertenti, cosa che alle donne non è permesso essere. E sono intensamente fedeli l’una all’altra. Credo che, in modo divertente, il loro legame sia molto, molto forte. Quindi, in qualsiasi situazione in cui le donne sono insieme, un legame di amicizia e di sorellanza è davvero importante.” ha spiegato la Midler.
Se Hocus Pocus 2 si fosse svolto per tutta la durata del film in una versione espansa di questo flashback con e tre streghe ragazzine sarebbe probabilmente stato un altro cult, e invece, il ritorno al presente si materializza in una copia carbone dell’originale che, perdonate di nuovo, non ha la magia dell’originale. Punta alla nostalgia, che funziona sempre, ma non si sforza più di tanto. Gli manca il fascino dell’originale e probabilmente piacerà di più a chi non è cresciuto con il film del 1993. Si riprende alla fine, quando la trama si concentra sull’affetto e il legame che unisce le tre sorelle, prendendo una piega tenera e confortante. Ma no, niente cult, serviva un piccolo sforzo in più… anche se forse sarebbe stato sufficiente che il gatto parlasse.
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di Lorenza Negri www.wired.it 2022-09-30 16:00:00 ,