Il presidente della Cei: prima dobbiamo essere cristiani, non pensare di esserlo perch facciamo politica
I cattolici in politica? Ma la presenza stare per strada. Prima di tutto dobbiamo essere cristiani, non possiamo pensare di esserlo perch facciamo politica e spesso finiamo per farla male!.
Che impressione le fa sentire evocare il Papa e San Tommaso dal neo presidente della Camera Lorenzo Fontana nel suo discorso di insediamento? O la quasi incaricata premier Giorgia Meloni asserire con forza che crede? La rassicura?
Non c’ dubbio che Papa Francesco sia un riferimento per tantissimi. Ma la differenza nella prassi. Non tanto in quello che uno dice, ma in ci che fa. Ad esempio la Laudato si’ molto evocata ma purtroppo troppo poco applicata.
Il cardinale Zuppi cesella le parole con la lima. Approda in Curia, a Bologna, in tarda mattinata, scortato dall’autista e segretario Don Sebastiano, stretto tra una messa celebrata in una parrocchia di periferia, un saluto informale al capo della Protezione civile e la corsa per l’aeroporto. Destinazione Cosenza, dove visiter una sede della comunit monastica di Monte Sole. la vita inevitabilmente di corsa di un porporato di strada che anche presidente dei vescovi italiani. E che prova a non dire mai di no a chi chiede di incontrarlo. Sono giorni di intenso dibattito: sul governo che verr, sui valori, sul ruolo della Chiesa e, soprattutto, dei cattolici nelle istituzioni. Un filo che tutto tiene, anche le celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di Don Giussani e l’appello a non dividersi rivolto dal Papa a Comunione e liberazione, un movimento che spesso in passato si schierato, non senza clamore, nell’arena politica.
Cardinale Zuppi, che cosa intende il Papa quando chiede ai ciellini di fare di pi, aggiungendo di non sprecare tempo nelle contrapposizioni?
Significa rimettere al centro quello per cui siamo stati chiamati e non le discussioni interne. Il carisma un dono e va speso. Non significa certo diventare tutti uguali, ma tutti uniti. Ci troviamo sommersi da tante domande che riguardano la sfera dell’umano. Giussani aveva una passione straordinaria per l’umano, perch aveva incontrato l’uomo Ges. Papa Francesco lo ha ricordato: Ges non una morale, non un sistema intellettuale, non un riferimento che giustifica altre scelte. Ma un incontro, libero, gratuito, di solo amore. Una storia d’amore.
Il popolo di Cl ha applaudito con forza Francesco quando ha citato Carrn. Ora il teologo arrivato dall’Estremadura non guida pi, si dimesso e il testimone passato a Davide Prosperi. Esiste, evidentemente, un prima e un dopo per Cl. Quando Francesco lamenta un impoverimento della presenza, concretamente che cosa vorrebbe?
L’impoverimento della presenza non certo un problema specifico di Cl, riguarda tutti noi quando siamo autoreferenziali, timidi perch manca la passione per l’uomo, la libert dell’incontro, una compagnia che non si chiude e non diventa una forza di occupazione ma di testimonianza. La vera identit essere pieni di Lui e comunicare con la vita la sua presenza.
C’ chi sostiene che per essere pi presenti i cattolici dovrebbero fare un passo avanti in politica.
Per Papa Francesco la presenza stare per strada, incontrare e appassionare con la gioia del Vangelo! Prima di qualsiasi altra cosa dobbiamo essere cristiani, altrimenti possiamo finire di pensare di esserlo perch facciamo politica e spesso finiamo per farla male! Nell’enciclica Fratelli tutti il pontefice parla di amore politico. A questo aggiungerei anche amore che diviene cultura. Ma attenzione, sono azioni che partono sempre da una vita cristiana, da una comunione vera, non virtuale e da una caritativa che unisce ai nostri fratelli pi piccoli che sono i poveri! E poi il cattolico deve tradurre la dottrina sociale sempre con la necessaria mediazione e laicit, che poi la storia comune a tutti.
Come si esercita questa laicit?
La Chiesa non chiusa nel privato, non prigioniera dell’individualismo, fa sentire la propria voce perch ama le persone e vive nella storia, con la necessaria laicit.
Esistono valori non negoziabili che determinano la scelta di un candidato da parte di un cattolico?
La questione va posta in termini diversi. Il punto che tutte le sfide della vita avvengono nel presente e richiedono di tradurre l’etica, la visione cristiana, in scelte a seconda delle necessit e delle opportunit, mai rinunciando alle proprie convinzioni, ma trovando le risposte adeguate e possibili.
I valori cattolici pi o meno sbandierati o interpretati possono essere divisivi?
La fede di tutti e non pu esser divisiva. Ci impegna a non avere nemici, ad accogliere tutti. Certo non significa mica andare d’accordo con tutti, ma ricordarsi sempre che l’altro mio fratello! La fede va testimoniata con la vita.
Che cosa vi attendete dal governo che verr?
Ci aspettiamo che affronti i problemi in una cornice di interessi nazionali e sovranazionali.
Si riferisce all’Europa?
All’Europa, innanzitutto. Ma anche al mondo, a partire dall’Africa.
E sull’immigrazione?
Siamo un Paese pieno di risorse e di capacit: accoglienza, apertura dei flussi, integrazione, educazione, cooperazione e finalmente una gestione del fenomeno che ci fa uscire da un’idea solo di sicurezza, che in realt senza il resto non affatto garantita. Parlerei anche delle migliaia di ragazzi che vanno all’estero perch non trovano qui stabilit e futuro. La sfida cercarlo assieme.
Cardinale, la presenza di praticanti in caduta libera in tutto il mondo. Esistono proiezioni che parlano dei cristiani ridotti a minoranze nel giro di pochi decenni. La Chiesa resta antifragile, capace di sopravvivere a tutto?
La storia della Chiesa non mai stata conservativa. un momento di difficolt al quale bisogna reagire. Ma scoprirci pi deboli pu aiutarci a scoprire la nostra forza, quella vera, che parla alle persone, che d senso alla vita: quella del Vangelo, il fatto pi appassionante e umano che io conosco.
16 ottobre 2022 (modifica il 16 ottobre 2022 | 21:20)
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Marco Ascione, inviato a Bologna , 2022-10-16 19:37:31 ,