Il 2024 comincia con una notizia più che interessante sul fronte della produzione di chip. Secondo quanto riportato dalle testate internazionali, infatti, nella giornata di ieri il governo olandese ha ordinato ad ASML, un produttore di apparecchiature per la produzione di semiconduttori con sede nella città di Veldhoven (Paesi Bassi), di limitare la spedizione delle sue attrezzature in Cina. In un comunicato stampa condiviso sul suo sito ufficiale, la compagnia ha dichiarato ufficialmente che la sua licenza per “la spedizione dei sistemi litografici NXT:2050i e NXT:2100i nel 2023 di recente è stata parzialmente revocata dal governo olandese, con ripercussioni su un piccolo numero di clienti in Cina”.
Un colpo alquanto duro per le compagnie asiatiche che producono chip, considerando che ASML è un nome molto noto nel settore a livello internazionale, grazie alla sua produzione di macchine litografiche che utilizzano la luce per stampare modelli sul silicio. Proprio per questo, nel corso degli anni il governo olandese ha dovuto subire non poche pressioni da parte degli Stati Uniti, intenzionati quanto più possibile a limitare l’esportazione in Cina di attrezzature utilizzate nell’industria dei chip. A ottobre 2023, infatti, quando l’amministrazione Biden ha inasprito i controlli sulle esportazioni introdotti per la prima nel 2022, la compagnia olandese si è presa qualche tempo per “valutare attentamente ogni potenziale implicazione”.
E ora, a distanza di tempo, ASML ha annunciato ufficialmente la revoca della sua licenza di esportazione, anche se ha ammesso che questo non avrà un impatto materiale sulle prospettive finanziarie del 2024. Di contro, la Cina ha reagito definendo le restrizioni statunitensi “egemoniche” e “prepotenti“. Secondo quanto riferito dal portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin, infatti, queste azioni “mineranno il panorama globale dei semiconduttori”, ritorcendosi contro gli stessi Stati Uniti. Lo stesso Wenbin, poi, ha esortato il governo olandese a “proteggere gli interessi comuni delle imprese di entrambi i paesi con azioni concrete” e a garantire un “ambiente commerciale non discriminatorio“. Ma non è detto che sarà ascoltato.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2024-01-02 14:23:07 ,