Per rispondere agli scettici che considerino i salti suborbitali solo uno sfizio di miliardari con la fregola della gita extra-terrestre basterebbero le parole di Villadei, nonché la tipologia e il numero degli esperimenti portati in volo, con lui, dal tenente colonnello Angelo Landolfi, medico dell’Aeronautica, e dall’ingegnere del Cnr Pantaleone Carlucci, cioè dall’equipaggio sulla Vss Unity (cui si aggiungeva, a bordo, un quarto italiano, Nicola Pecile, pilota del velivolo di Virgin). Ma per evitare qualsiasi fraintendimento, sarebbe utile aggiungere che i tre minuti in assenza di peso di Virtute 1, lungi dall’essere un intervallo breve, sono un tempo capace di cambiare l’approccio alla scienza e alla sperimentazione, estendendone l’accesso a chi, istituzioni, enti o privati, prima ne sarebbe stato escluso. “La comunità internazionale ha poche possibilità di fare esperimenti in assenza di peso – spiega Carlucci – la prima sono i voli parabolici, che garantiscono 20 secondi, 30 al massimo in microgravità. La seconda sono le drop tower, che replicano le condizioni gravitazionali in orbita per tre o quattro secondi. Per questo tre minuti non sono pochi, ma un’enormità. Sono, come si dice, un game changer”.
Un’altra sottolineatura significativa la dà ancora Villadei: “l’interesse dell’Aeronautica per il volo suborbitale trae origine da due aspetti complementari, i profili di volo e la psicofisiologia ad alta quota. Sono argomenti ancora poco studiati e l’evoluzione tecnologica di questi mezzi impone di espandere la conoscenza in questi settori. Non a caso l’Aeronautica militare dispone di un Centro di Medicina aeronautica e spaziale”.
… e costi ridotti
Ci sono anche altre caratteristiche pronte a confermare il cambio di prospettiva evocato dall’equipaggio di Virtute 1: i costi e i tempi di realizzazione degli esperimenti. Lo rimarca Lucia Paciucci, coordinatrice, per il Dipartimento di ingegneria del Cnr, delle attività relative allo spazio e all’aerospazio, nonché back up dell’equipaggio. Dopo l’addestramento, Paciucci ha seguito, da Spaceport America, in New Mexico, le attività scientifiche in volo. “Oggi, per fare un esperimento in assenza di peso – dice – è possibile anche usare un razzo sonda, come i cosiddetti sounding rocket che partono dalla base dell’Esa a Kiruna, in Svezia. Possono trasportare un carico di cinque chilogrammi, contro i circa 80 kg a bordo di Virtute 1, in un volo che rimane un minuto in assenza di peso. E con un’altra differenza rispetto alla nostra missione: non hanno equipaggio. Virgin Galactic permette anche ai ricercatori che li hanno sviluppati di volare con gli esperimenti. Per un confronto, si ricordi che sulla Stazione spaziale internazionale gli astronauti devono essere addestrati ad hoc per effettuare test ideati da terzi. Non si dimentichi, poi, che portare un esperimento sulla Iss implica un costo superiore, nonché tempi di attesa che possono arrivare a due anni”. Beninteso, non si tratta di vedere le cose in antitesi, ma come possibilità aggiuntive o complementari, visto che la lunga permanenza a bordo della Iss garantisce esperimenti diversi: “e non è da escludere che, in futuro, il prezzo per una missione come Virtute 1 si riduca”.
Leggi tutto su www.wired.it
di Emilio Cozzi www.wired.it 2023-07-10 13:30:00 ,