I talebani dichiarano il loro sostegno a Twitter nella competizione con Threads
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Nell’entusiasmo generale scatenato dal lancio di Threads sembrerebbe esserci ancora qualcuno che continua a prediligere Twitter alla piattaforma di Meta. Stiamo parlando del leader talebano Anas Haqqani, che ha esplicitamente dichiarato di preferire il social di Musk per due motivi fondamentali: “la libertà di parola” e “la natura pubblica e la credibilità”. In un tweet condiviso ieri dal suo account, Haqqani ha sostenuto che Twitter “non ha una politica intollerante come Meta”, e che le “altre piattaforme non possono sostituirlo”. Un’affermazione decisamente controtendenza, considerando che la piattaforma si è dimostrata in declino dopo l’acquisizione di Elon Musk. Eppure, nonostante moltissimi inserzionisti e utenti abbiano preferito abbandonare il social in questi mesi, i talebani sembrano adorarlo più che mai, tanto da aver convinto alcuni funzionari ad acquistare spunte blu verificate.

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Ma cosa spinge i talebani ad apprezzare tanto la piattaforma? Secondo quanto sostenuto da Haqqani, il vero punto di forza di Twitter sarebbe la politica di moderazione lassista. Ancora oggi, infatti, Facebook e TikTok riconoscono i talebani come un’organizzazione terroristica, impedendogli di condividere contenuti. Al contrario, Twitter sembrerebbe lasciare non poco spazio alle dichiarazioni di leader e funzionari talebani, sempre più attratti dai social media come soluzione utile per diffondere il loro messaggio nel mondo.

Eppure, questa grande passione dei talebani per la piattaforma di Musk stupisce non poco. Come riferito da Aram Shabanian – manager di OSINT presso il New Lines Institut – a Motherboard, è alquanto insolito che l’organizzazione si senta più vicina a Elon Musk che a Mark Zuckerberg, che lui stesso ha definito “il mullah Omar di questa situazione”. Il leader di Twitter, infatti, è noto per la sua propensione al profitto e alla totale anarchia. Due caratteristiche che difficilmente incontrano il pensiero dei talebani. Ma, questa volta, la possibilità di veicolare in libertà il proprio messaggio sui social sembra valere più di tutte le convinzioni possibili.





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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-07-11 10:32:50 ,

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