Le consultazioni del presidente della Repubblica
Una volta eletti i vertici del Parlamento, prenderanno il via le consultazioni del Capo dello Stato che chiamerà al Quirinale i capigruppo, i leader delle coalizioni, gli ex presidenti delle Camere e i presidenti emeriti della Repubblica per capire gli orientamenti prima di affidare l’incarico a formare il nuovo esecutivo.
Incarico “pieno” o con riserva
Qualora l’incarico sia pieno, come nel 2001, il prescelto si presenterà dopo pochi giorni con una lista di ministri. Se sarà “con riserva”, invece, come avvenne con Carlo Cottarelli nel 2018, il presidente incaricato svolgerà, a sua volta, delle consultazioni che lo porteranno a sciogliere la riserva e a presentare la lista dei ministri al Colle o a rinunciare.
L’ipotesi di un incarico esplorativo
Nel caso in cui dalle consultazioni non emergesse un quadro chiaro, il Capo dello Stato potrà affidare un “incarico esplorativo” a una personalità terza per vedere se si potrà dar vita ad una nuova maggioranza. Un precedente, in questo senso, si ebbe sempre nel 2018 quando Mattarella affidò questo tipo di incarico, prima alla Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e poi a quello della Camera, Roberto Fico.
La lista dei ministri concordata con il Capo dello Stato
Una volta che chi è stato incaricato avrà concordato la lista dei ministri con il Colle, il Governo potrà giurare al Quirinale e a quel punto si riterrà formalmente insediato. Poi, però, entro 10 giorni, dovrà chiedere e ottenere la fiducia dai due rami del Parlamento.
Dopo la fiducia, governo nei pieni poteri
E solo dopo, l’Esecutivo sarà nel pieno dei propri poteri. Il Capo dello Stato potrebbe anche opporsi alla nomina di un ministro: avvenne nel 1994 con Oscar Luigi Scalfaro che disse no a Cesare Previti alla Giustizia o nel 2014 quando Giorgio Napolitano non volle Nicola Gratteri, proposto da Matteo Renzi, a via Arenula. Ma anche Mattarella si oppose nel 2018 all’indicazione di Lega e M5S per Paolo Savona all’Economia. Le incognite, insomma, possono essere molte, ma le emergenze, dal Pnrr ai temi del lavoro, premono e richiedono a breve “risposte concrete”, come ricorda il leader di SI Nicola Fratoianni.