Mino Raiola, vero nome Carmine Raiola, è nato a Nocera Inferiore il 6 novembre 1967. Morto il 30 aprile 2022, è stato uno dei procuratori sportivi più influenti nel mondo del calcio. Tanti i giocatori famosi che sono finiti sotto la sua ala protettrice. Ricordiamo, tra gli ultimi, Zlatan Ibrahimovic, Gianluigi Donnarumma, Paul Pogba ed Erling Haaland. C’è chi lo considerava un vero e proprio mago delle trattative, e chi lo additava come un ‘mercenario’ troppo concentrato sui soldi e sul guadagno. Restano celebri alcune sue frasi pronunciate durante la sua carriera. Vediamone alcune. Cominciamo dalla sua filosofia di vita e lavoro, partendo proprio dal messaggio scritto su Twitter quando quasi tutti i media lo avevano dato già per deceduto:
“Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato! E? la seconda volta in 4 mesi che mi uccidono. Sembrano anche in grado di rianimare”.
Le migliori frasi di Raiola
“Più mi metti i bastoni tra le ruote e più mi diverto”.
“In Italia dove c’è la voglia di qualcuno, c’è sempre l’ostruzione di qualcun altro”.
“In Italia dovrei fare il procuratore dei politici, con quelli che passano da destra a sinistra ci farei i miliardi”.
“In Italia non si vive per costruire, si vive per demolire”.
“Non mi è mai interessato quello che pensano di me, al di fuori della mia famiglia e dei miei amici, che sono pochi”.
“Io sono un super capitalista. Il super capitalista vuole tutti più ricchi. E io sono così. Io voglio che diventano tutti ricchi nel calcio, così posso offrire grandi contratti a grandi giocatori, il sistema diventa più ricco, diritti tv più ricchi, tutti più ricchi”.
“Io mi arrabbio molto coi miei figli quando mi dicono ‘questo non si può fare’. Che cosa? Tutto si può fare. Se hanno inventato i telefoni che si toccano, se possiamo mandarci le fotografie, se possiamo guardare fra uno e l’altro… tutto si può fare”.
“Il mio conto corrente? Mai guardato in vita mia. Odio le banche. La mia azienda non è mai stata finanziata dalle banche, è sempre stata finanziata dal mio lavoro, dai miei investimenti; ho un fiscalista di mia fiducia che si deve occupare di tutte le cose di banca e il direttore di banca che sa che io lì non ci voglio nemmeno entrare”
Raiola, frasi celebri sui calciatori
“Pensate ai quadri di maggior valore al mondo, come la Gioconda o l’Urlo. La gente sta lì, a guardarli a distanza e sembra stupida. Il Psg e il Manchester City possono permettersi di sognare questi quadri. Con l’acquisto di Zlatan Ibrahimovic, il Paris Saint-Germain può coronare un sogno”.
“Il rapporto con i miei giocatori? Dipende… Pavel Nedved ti chiamava una volta ogni tre mesi, Zlatan può chiamarmi anche cinque volte al giorno, Mario Balotelli mi può chiamare tre volte in 10 minuti, poi se le cose vanno come dice lui non ti chiama per tre settimane e poi quando lo chiami tu, ti fa: ‘Che e? successo?’. È cresciuto molto ultimamente”.
“Cosa può essere Pogba? Senza dubbio un Salvador Dalì per quanto sia ricercato e importante”.
“Zlatan Ibrahimovic somiglia a Brad Pitt quando interpreta Benjamin Button, l’uomo che ringiovanisce giorno dopo giorno. Ha un’energia incredibile, migliora col tempo. E quando può va a fare pure caccia estrema. È disumano, nel senso che fa cose che gli umani neanche s’immaginano”.
“Gianluigi Donnarumma lo paragono a un Modigliani. Vale 170 milioni. Ha un grande avvenire, è un ragazzo straordinario e si fa ben volere da tutti. È già un piccolo campione, ma potrà diventare un grande campione”.
“Il prezzo di Pogba lo ha fatto Florentino Pérez, acquistando Gareth Bale % milioni. A questo punto, Pogba vale almeno il doppio. Non sono io, sia chiaro, che faccio la valutazione: è stato il Real Madrid e la legge del mercato a dire che Pogba oggi vale duecento milioni”.
“È facile fare il contratto a Donnarumma, è più difficile consigliarlo bene per il futuro… Se oggi faccio il contratto a Donnarumma per una società in declino totale, che faccio, mi sparo? Io a Gigi devo dargli l’assoluta certezza che lui sta in un club di un certo spessore o che se non è di un certo spessore, sappiamo che non è di un certo spessore e scegliamo di esserci o no”.
“Un giorno mi chiama Zlatan e mi dice: qui all’Inter c’è un fenomeno, è un ragazzo di colore, con la palla fa quello che vuole, devi venire a vederlo. Andai e conobbi Balotelli. Gli parlai. Dopo due anni mi telefonò e mi disse che mi voleva come procuratore. Mi chiedete se oggi è contento? Così e così. Ma su di lui c’è un piano: gli ho promesso che diventerà tre volte Pallone d’oro e lui si fida di me”.
Le parole di Raiola su club, dirigenti e allenatori
“Non sono juventino però devo dire che la Juve è una società gioiello. È molto più organizzata la Juve del Real o del Barcellona. Il management della Juventus è di più alto livello di tante società che io vedo fuori Italia. Io dico: non si vince per caso”.
“Come vedo questi cinesi del Milan? Non mi fido. Uno che va dal notaio e dà la caparra per la abitazione e fa il rogito, e alla fine il rogito è finito e non si va a prendere la abitazione, è una cosa molto strana, perché uno quando fa il rogito vuol prendere possesso della abitazione. Mi sa molto di speculazione. Con Thohir lo avevo detto: ‘Non è niente, è lì per rivendere l’Inter o portarla in borsa’”.
“Normalmente il mio lavoro è di andare a trovare le società e di conseguenza i giocatori, dove non ho i giocatori vado a trovare solo le società per vedere come sono messi, le idee, i loro progetti. Molti procuratori non sanno in che ambiente vanno a finire. Devi avere sempre una visione completa, se no non fai la differenza”.
“Cruijff? Può andare al diavolo. Sta diventando vecchio e non ha avuto la forza di continuare la sua carriera da allenatore. Credo che lui e Guardiola possano andare in un ospedale psichiatrico, seduti a giocare a carte, farebbero un favore al Barcellona. Cruijff ha detto che Ibra è più adatto al calcio italiano, perché non ha detto che non era adatto a quello spagnolo prima di comprarlo”.
“Galliani fa gli interessi della Fininvest, quindi io non posso chiedere a lui certe cose. E comunque con lui c’è un rispetto reciproco. La gente non sa che su ogni trattativa litighiamo di brutto. Tant’è che alla prima o seconda presentazione di Balotelli al Milan, io non c’ero. Perché lui è fatto come me: il suo vero amore è il Milan. Per me il vero amore sono i miei figli, però i miei giocatori li tratto come tali. Perciò ci andiamo giù duro uno contro uno, ma sappiamo che non è una cosa personale: è una cosa di due pugili che vanno sul ring e dopo si rispettano”.