Author: Alessandro Masulli
Data : 2022-12-13 08:37:01
Dominio: www.ilmediano.com
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Dopo Somma Vesuviana, per quanto concerne il vicino Comune di Sant’Anastasia, antico casale della Terra di Somma già dal 1326, il cognome Sodano è stato più volte citato nelle pubblicazioni dello storico locale e sindaco Cosimo Scippa (1939 – 1999). Partendo dalle ragguardevoli notizie dello studioso locale Lello Sodano, poniamo la nostra attenzione sulle figure di rilievo che portavano questo cognome.
Il cognome è caratteristico delle zone tra napoletano e salernitano, con ceppi anche nel barese e nel palermitano. Secondo alcuni linguisti dovrebbe derivare da antichi nomi di località originati dal latino so(l)dum, contratto da solidum, che vuol dire terreno sodo e compatto, probabili luoghi d’origine dei capostipiti. Ma, come abbiamo riferito nell’articolo precedente (1^ parte), il Dizionario dei cognomi italiani lo fa derivare da soldano o sultano.
E’ certo, però, che numerosi Sodano di Sant’ Anastasia, nel corso degli anni, si trasferirono al Nord Italia per motivi di lavoro, andando a formare nuovi nuclei familiari. Ad esempio, tale Sodano Michele di Emilio si trasferì a Parma negli anni ’50 del Novecento, mentre un altro, che di nome faceva Raffaele, traslocò prima a Treviso e poi a Pescara, ove esplicò la carriera di vice-prefetto. Un Sergio Sodano di Vincenzo, invece, si trasferì a Trieste nel 1978, ricoprendo il ruolo di vice-questore. Lo stesso Cosimo Scippa aveva la madre di nome Lucia Sodano e, a tal riguardo, ancora oggi, una strada, in origine privata, è intitolata alla facoltosa nobildonna. Bisogna aggiungere che, nel 1809, già era attestato in paese il toponimo strada Sodani (dint ‘e Surane) a testimonianza della popolarità e dell’importanza di questo cognome, come spiega lo storico locale Lello Sodano. Nell’antica toponomastica, infatti, vi era la consuetudine di pluralizzare i cognomi. Comunque i toponimi Sodano e Sodani si alternano notevolmente nei più antichi documenti anagrafici. Nel 1850 era sindaco di Sant’Anastasia il dott. Luigi Miranda: sindaco assenteista per ben 15 anni. Nell’occasione fu l’assessore e consigliere anziano, Luigi Sodano, a svolgere il compito di primo cittadino. Luigi Sodano, fabbro ferraio con bottega in via Terracciani (attualmente via Umberto I), risolse il problema dell’approvvigionamento idrico in paese.La figura di rilievo rimane, senza dubbio, Mons. Prof. Antonio Sodano. Nacque a Sant’Anastasia il 19 settembre del 1840, in strada Sodano, dal proprietario d. Raffaele e dalla nobildonna Rosa Francese. All’età di dieci anni entrò in seminario, dove si distinse per il suo formidabile ingegno. Docente di lettere classiche, fu un illustre poeta e letterato insigne, che educò varie generazioni al culto delle lettere e della Patria. Da buon cittadino anastasiano, si interessò notevolmente dei problemi legati alla sua terra. Fu più volte assessore alla pubblica istruzione del suo Comune e si prodigò tantissimo affinché Sant’Anastasia diventasse il fiore all’occhiello dei Comuni vesuviani. Definì i contadini anastasiani maestri della terra benedetta e inventori della catalanesca. In qualità di Presidente della Congrega di Carità, provvide non solo ad elargire opere di pietà nei confronti dei più poveri, ma assicurò il maritaggio a tante povere donzelle anastasiane. Il suo impegno, da presidente, continuò successivamente con l’acquistò del palazzo del Duca di Siano nel 1897. A tal proposito, vale approfondire la relazione dello storico Cosimo Scippa nel volume secondo della sua opera Municipalità del 1990:
“Il Palazzo Siano è stato oggetto di una secolare diatriba giudiziale tra i proprietari risalenti alla nobile famiglia Caracciolo, la Congrega di Carità di Sant’Anastasia, il Comune di Sant’Anastasia e la famiglia Sodano. In questa causa portata avanti per secoli, c’è una buona parte della storia anastasiana per i risvolti e le animosità che si intrecciavano e si tessevano.
La storia ha inizio nel 1799 quando Capecelatro, parente dei Caracciolo, invia una lettera di protesta al Ministro di Polizia Saliceti per l’abuso commesso dalla Congrega di Carità di Sant’Anastasia che, a suo dire, da oltre 30 anni ne richiede l’assegnazione senza alcun titolo e diritto. La lite procede sempre con regolare disordine almeno fino al 1858 quando un tremendo terremoto lesiona gravemente il già vetusto fabbricato. Con istrumento del 25 settembre 1896, stipulato dal notar De Luca di Sant’Anastasia, don Vincenzo Sodano fu Raffaele acquistava dal sig. Francesco Caracciolo di Brienza, Duca di Siano, vari stabili tra cui Palazzo Siano col patto che il prezzo si sarebbe distribuito ai creditori iscritti in regolare giudizio. Il Comune mostrò subito i denti per acquistare il tutto per uso di dimora comunale, apportando sul prezzo una notevole miglioria. Ma don Vincenzo Sodano, che poteva tranquillamente speculare, intese offrire tutti i vantaggi della operazione immobiliare alla locale Congrega della carità il cui presidente era Mons. Antonio Sodano.
Dal 1860 al 1882, il Comune di Sant’Anastasia che contava circa 7.500 abitanti ha conosciuto un ventennio di povertà assoluta e deplorevoli amministratori, ma con delibera del 1896, approvato dalla Giunta provinciale amministrativa il 16 marzo 1897, il consiglio comunale, sindaco l’ing. Liguori, approvò la proposta del sindaco per l’acquisto di Palazzo Siano.
In effetti don Vincenzo Sodano con istrumento del notar De Luca in data 31 gennaio 1897, registrato il 16 febbraio 1897 al n.393, vendette a Mons. Prof. don Antonio Sodano fu Raffaele, nella qualità di Presidente della locale Congrega di carità, il Palazzo dei duca di Siano con tutti gli annessi e connessi, compresa l’area di circa 400mq. antistante il fabbricato che deve restare inedificato, la Congrega quindi successivamente cedette tutti i beni per una somma di lire 33.375 al Comune che non aveva, però, una lira a disposizione. La cessione avvenne, allora, sotto la condizione che il Comune avesse costituita una rendita perpetua di lire 1668,75 anno a favore della Congrega che, per statuto, aveva l’obbligo di spendere tale somma in beneficenza.
Il Comune successivamente presentò un progetto di ristrutturazione indebitandosi con dei mastri locali per tre anni. Il 10 agosto 1899, Palazzo Siano venne inaugurato dal sindaco Liguori che aveva anche disposto gli uffici municipali al 1° piano, la scuola al pianterreno, con l’ufficio postale e Guardie Municipali. Qualche mese dopo anche l’Ufficio del Registro e l’Ufficio del Conciliatore trovarono sede nel Palazzo Siano.”
Nominato da Papa Leone XIII (1810 – 1903) Prelato domestico di Sua Santità, Mons. Sodano fu devotissimo della Madonna dell’Arco. Collaborò attivamente con il Priore domenicano Giuseppe Sammartino alla redazione e alla stesura del bollettino dell’omonimo santuario. A tal riguardo, il Rettore Sammartino, nel primo numero del 1891, esponendo i propositi e le promesse che cercava di realizzare tramite quella stampa, presentò ai lettori il suo fedele collaboratore, scrivendo queste sublimi parole: Ho qui accanto a me un sacerdote compaesano, il quale stanco dei suoi venticinque anni di insegnamento, dopo aver scritto ed operato moltissimo, si è come rifugiato all’ombra di questo Tempio, e come mi aiuta nell’opera del confessionale e nelle altre opere di culto, mi soccorre anche in questa. Egli confessa che, nato qui accanto alla dimora della Madonna dell’Arco, accanto alla dimora della Madonna vuole chiudere il corso della sua vita; e la sua mente, la sua penna, il letterario fuoco che gli rimane alla Madonna consacra.
Mons. Sodano si fece pure promotore della costruzione del Santuario di San Giuseppe Vesuviano attraverso le sue molteplici predicazioni e i numerosi scritti apparsi sul periodico La Voce di San Giuseppe.
Era il 1902 quando Don Peppino Ambrosio fondò il periodico citato, con lo scopo di diffondere più ampiamente la devozione al santo e di far conoscere il costruendo santuario (…). Per la redazione volle avvalersi della competente collaborazione di Mons. Antonio Sodano, suo carissimo amico, proveniente dal convento dei Domenicani del vicino Santuario di Madonna dell’Arco, di cui già dirige il periodico (cit. Angelo Catapano).
Nel 1917, ispirato dal Cardinale Granito Pignatelli di Belmonte (1851 – 1948), pubblicò la vita della Serva di Dio Suor Paola Elisabetta, nel secolo nobile Contessa Cerioli (1816 – 1865), inventrice dei Pii Istituti delle suore e dei fratelli della Sacra Famiglia. Canonizzata nel 2004, la santa trascorse la sua vita con l’attenzione riservata all’educazione dei poveri figli della campagna. Per Mons. Sodano fu uno studio approfondito che, come lui stesso riferì nella presentazione, lo accese di amore e di meraviglia, dopo aver seguito passo passo i moti, gli affetti, i pensieri, ed usando quasi sempre le stesse parole della elettissima Serva di Dio (cit. Davide Mosconi). Amico e collega dello storico Bartolomeo Capasso (1815 – 1900), Mons. Sodano tenne nel 1923 una pregevole conferenza su Sant’Anastasia antica e moderna nel Circolo Sportivo del suo paese. Nell’occasione fu ricavato un breve opuscolo, ricco di spunti fondamentali per un’attenta riflessione sulla storia del paese. Morì il 15 agosto del 1924 a Sant’Anastasia e fu sepolto nella sua cappella privata nel cimitero comunale. Oggi la comunità lo ricorda con una piazzetta in prossimità della sua abitazione. Tra le sue opere più importanti ricordiamo: Un’amena villeggiatura (romanzo), I doveri (raccolta di poesie), I Santi dell’Ordine Domenicano (1908), La storia del Santuario della Madonna dell’Arco (1911), Crestomazia militare (scritti vari).
Altra personalità anastasiana fu il dottor Raffaele Sodano. Proveniente da una famiglia già attestata nel 1745, nacque il 16 febbraio del 1878 a Sant’Anastasia. Famiglia numerosa la sua: ben dodici fratelli e sorelle, di cui quattro decessi prematuramente. Il padre Vincenzo, apprezzato agrimensore, fu tesoriere municipale e proprietario di circa diecimila capi di ovini. Evidentemente, all’epoca, le campagne anastasiane e le numerose masserie erano zeppe di pascoli. Un motivo questo – conclude Lello Sodano – che spinse l’ Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Giuseppe Liguori (1861 – 1941), a costruire un macello comunale, rendendo pregiata e famosa la carne del capretto locale. Raffaele Sodano fu, altresì, medico condotto comunale e un ginecologo molto affermato in paese. Sposato con Donna Matilde De Luca (1882 – 1964), sorella del apprezzato farmacista locale Berardino, ebbe quattro figli: Rosa, Vincenzo, Angelina e Maria.
Author: Alessandro Masulli
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