AGI – Piazza San Giovanni è gremita da decine di migliaia di persone giunte da tutta Italia ma la voce è unica e chiede di sciogliere i movimenti neofascisti e dire no alle violenze.
“A me, Luigi e Pierpaolo sono bastati cinque minuti” per decidere di chiamare a raduno tutti coloro che difendono la democrazia perché l’attacco di sabato scorso “non è stato solo alla Cgil ma a tutto il sindacato”, spiega Maurizio Landini visibilmente emozionato dal palco della manifestazione ‘Mai più fascismi”.
E a rispondere alla chiamata arrivano in piazza San Giovanni in 200.000, secondo gli organizzatori. Circa 60 mila, secondo la Questura di Roma.
Per l’occasione Landini sfoggia una cravatta rosso fuoco, ed è la prima volta a un comizio. “Questa bellissima piazza parla a tutto il Paese, è una piazza davvero stupenda – esordisce il leader della Cgil – rappresenta tutta l’Italia che vuole cambiare questo paese, che vuole chiudere la storia di violenza politica che colpisce tutta la società. Si è antifascisti per garantire la democrazia di tutti e i principi della nostra costituzione”.
“Questa piazza chiede atti concreti, dalla solidarietà si deve passare all’azione concreta, lo Stato dimostri la sua forza democratica nell’applicare le leggi e i principi della costituzione”, ribadisce Landini. E rispondendo alle parole del segretario della Lega, Matteo Salvini, dice che questa mobilitazione “non è di parte ma una manifestazione che difende la democrazia di tutti”.
In piazza sventolano bandiere e palloncini e molti manifestanti indossano magliette con slogan contro il fascismo. Molti gli esponenti politici presenti, tra i quali Enrico Letta, Nicola Zingaretti, Andrea Orlando, Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e il candidato sindaco della capitale Gualtieri.
Sul palco si alternano i tre leader di Cgil, Cisl e Uil con lavoratori e pensionati. Prende la parola anche il segretario generale della Ces, Confederazione sindacale Europea, Luca Visentini. “Ai fascisti del nuovo millennio diciamo che non passeranno. Noi li fermeremo. Il movimento sindacale d’Europa è unito contro questo vile attacco fascista, perché è un attacco fascista contro il sindacato, uno dei simboli piu’ importanti e uno dei pilastri della democrazia in tutto il mondo”, sottolinea.
Gli fa eco Landini che racconta: “poco dopo la notizia dell’assalto abbiamo avuto una reazione di tutti i sindacati europei e mondiali senza precedenti. Non solo hanno espresso la loro solidarietà ma c’è stata la mobilitazione, in Spagna, Belgio e Brasile. Perché hanno pensato che se attaccano la dimora del lavoro in Italia attaccano la dimora del lavoro di tutti noi”.
Per Bombardieri, leader della Uil, “in questa piazza c’è la nuova Resistenza. Cgil Cisl e Uil sono organizzazioni antifasciste e non c’è spazio nè per gli squadristi nè per i violenti”. Quando sale sul palco Luigi Sbarra, della Cisl, chiede a governo e imprese di raccogliere la sfida e intraprendere il cammino verso il Patto sociale “senza fasi alterne, senza stop and go, insieme, con un nuovo metodo autenticamente partecipativo, con un dialogo sociale strutturato che non si limiti a incontri puramente informativi, con investimenti, progetti veri, responsabilità, una politica industriale forte”.
Conclude Landini raccontando che durante l’assalto di sabato alla sede del sindacato di Corso d’Italia, i violenti “hanno fatto danni, hanno distrutto anche delle opere d’arte, dei quadri. All’ingresso c’è un bellissimo quadro di Guttuso, non lo hanno toccato, forse perché non hanno capito neanche cos’era. C’è un tema: la conoscenza e la cultura devono essere un diritto garantito a tutti. Con la conoscenza e la cultura – chiosa – sconfiggiamo il fascismo e la violenza”. E alla fine la piazza intona “Bella Ciao” ed esplodono gli applausi.