Con l’arrivo in questi giorni nelle sale di Aquaman e il regno perduto si è finalmente concluso il DC Extended Universe. Il DCEU è stato inaugurato nel 2013 con Man of Steel di Zack Snyder, come risposta al Marvel Cinematic Universe e per circa un decennio ha appunto cercato di eguagliare la complessità narrativa e soprattutto i risultati al box office della rivale. I risultati, però, sono stati decisamente più altalenanti dell’MCU, il quale paradossalmente proprio con l’esaurimento dell’universo DC sta invece negli ultimi tempi, e per la prima volta nella sua storia, affrontando i suoi primi contraccolpi.
Dopo alcuni progetti abortiti nei primi anni Duemila, come un Batman vs. Superman di Wolfgang Petersen e un Justice League di George Miller (in cui Superman sarebbe stato nientemeno che Nicolas Cage), finalmente appunto l’universo coordinato pensato da Warner Bros. e Dc parte con Man of Steel di Zack Snyder. Proprio Snyder doveva essere la mente preposta a supervisionare tutta la saga, e infatti nel 2016 arriva anche Batman vs. Superman, sempre da lui diretto. Nel frattempo sempre nel 2016 Suicide Squad di David Ayer, che però viene stroncato da pubblico e critica e rappresenta la prima vera battuta d’arresto. Arrivano poi Wonder Woman nel 2017 e Aquaman nel 2018 – finito poi per essere il film più visto della saga – a rinsaldare il quartetto d’attori (Henry Cavill, Ben Affleck, Gal Gadot e Jason Momoa) che interpretano i principali supereroi Dc.
Il punto di non ritorno
In mezzo, però, avviene quel pasticciaccio brutto di Justice League: il film del 2017 doveva essere il primo Avengers del DCEU ma il regista Snyder si allontana dal progetto sia per problemi personali sia per dissidi con la Warner; il film esce completato e sostanzialmente stravolto da Joss Whedon, andando incontro a un’accoglienza disastrosa. Per molti il DCEU è deceduto proprio lì, e bisognerà aspettare 2021, e solo dopo una controversa campagna online, per vedere il tanto ambito Snyder’s Cut di Justice League. Nel mentre la serie filmica si perde in mille rivoli, tra novità che sono un po’ delle scommesse perché incentrati su supereroi meno noti (Shazam!, Black Adam, Blue Beetle), sequel scricchiolanti (Birds of Prey, Wonder Woman 1984) e multiversi circondati di polemiche (The Flash). Un’ulteriore svolta arriva però nel 2021 quando a James Gunn, proveniente dall’MCU coi suoi Guardians of the Galaxy, viene chiesto di dirigere il reboot The Suicide Squad.
L’intervento di Gunn segna una specie di spartiacque e Warner decide di ripartire da lì: nel 2022 istituisce i Dc Studios, accentrando tutte le divisioni che si occupavano di produzioni supereroistiche (e smantellando al contempo l’universo televisivo, noto anche come Arrowverse, per molti altro motivo di debolezza della controparte cinematografica: non sempre duplicare gli sforzi è positivo); al contempo nomina Gunn e il produttore Peter Safran co-ceo della nuova realtà, affidando a loro il compito di rifondare un nuovo DC Universe, coerente tra piccolo e grande schermo. Il primo capitolo, Superman Legacy, uscirà nel 2025 facendo ripartire questo universo. Nel frattempo, con un Aquaman e il regno perduto accolto tiepidamente al botteghino, cala definitivamente il sipario sul DC Extended Universe: nonostante alla fine sia il nono franchise con più incassi nella storia (6,7 miliardi di dollari guadagnati in totale), non è mai riuscito a decollare, né a scaldare il cuore del pubblico. Ora Batman & co., però, sono pronti a tornare a nuova vita.
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di Paolo Armelli www.wired.it 2023-12-22 10:06:05 ,