Il Garante sanziona Trento, telecamere e microfoni sparsi per la città allenavano il sistema di intelligenza artificiale

Il Garante sanziona Trento, telecamere e microfoni sparsi per la città allenavano il sistema di intelligenza artificiale



Tra riconoscimento biometrico obbligatorio e polizia predittiva, in alcuni Paesi del mondo la sorveglianza della cittadinanza a scopi securitari è già una realtà. Nel nostro Paese, invece, il futuro dell’applicazione di questi software di intelligenza artificiale si sta giocando adesso, ma nessuno sa bene quali siano le regole. L’ultimo esempio arriva da Trento, di recente sanzionata dal Garante per la protezione dei dati personali dopo aver preso parte a due progetti di ricerca dell’Unione europea – “Marvel” e “Protector” –, con gravi rischi per la privacy dei cittadini.

Telecamere e microfoni per la città

L’intenzione, spiega il sindaco Franco Ianeselli, era di “allenare gli algoritmi a riconoscere potenziali situazioni di rischio per la sicurezza urbana, come risse o spaccio, e a inviare un alert ogni volta che si verificano”. Conclusa la fase sperimentale, queste funzionalità sarebbero state messe a disposizione della polizia locale. Ma ad addestrare l’intelligenza artificiale sono state centinaia di ore di registrazioni audio e video, captate da telecamere e microfoni piazzati negli spazi pubblici della città, o testi ricavati dai social. Le aree scelte erano quelle ritenute “particolarmente rilevanti in relazione al potenziale verificarsi di eventi significativi”, si legge nella relazione del Garante. Una sorveglianza sistematica su larga scala di una zona accessibile al pubblico, senza che esista una norma che autorizzi questo tipo di attività.

Prima di essere analizzate dai sistemi di calcolo, le informazioni venivano “anonimizzate”, così da impedire il riconoscimento dei soggetti coinvolti. Ma qualcosa è andato storto. “Per il nostro partner, la Fondazione Bruno Kessler, l’anonimizzazione era piena, ma per il Garante non è perfetta” spiega il sindaco. Il processo consisteva nella “automatica sfocatura dei volti e delle targhe dei veicoli, rimuovendo gli identificatori personali”, dice il Comune. Misure che il Garante ha ritenuto inadeguate, dato che “gli interessati sono comunque potenzialmente identificabili tramite altre caratteristiche fisiche o elementi di contesto (come corporatura o abbigliamento) o informazioni desumibili, ad esempio, dalla localizzazione della telecamera”.

Stesso problema per gli audio, in cui la voce del parlante veniva sostituita, mantenendo, però, “più inalterate possibile le caratteristiche del segnale audio, incluso il contenuto semantico del parlato”. Condizione insufficiente a garantire l’anonimato, perché “dal contenuto della stessa è possibile ricavare informazioni relative sia al soggetto parlante sia a terzi”.

Le attenuanti per “buona fede”

Alla condotta del Comune sono state, però, riconosciute alcune attenuanti, che hanno limitato la sanzione a 50 mila euro – 25 mila se il pagamento avverrà entro 30 giorni – rispetto a un massimo previsto di 20 milioni di euro. Prima fra tutte, l’aver agito in “buona fede”. “Sono contento sia stato riconosciuto – commenta Ianeselli –, esiste un vuoto normativo ed è un grosso problema. Credevamo che fosse possibile realizzare un progetto di questo tipo, visto che il comune ha competenza in materia di sicurezza. Ma il Garante ha stabilito che non abbiamo la titolarità per la raccolta dei dati”.

Le registrazioni, poi, non sono state acquisite continuativamente, ma per una durata limitata: 327 ore di video e 85 di audio in totale, per un arco temporale di 8 mesi. “Nessuno vuole il social score all’asiatica”, assicura”.

La sfida tra privacy e sicurezza

Per il sindaco la questione non è solo trovare un equilibrio tra il rispetto della privacy e la garanzia di sicurezza, ma anche “realizzare degli strumenti per conto nostro o rimanere indietro e dover utilizzare quelli degli altri, che magari li progetteranno con minore cura”.

Ma il problema potrebbe ripresentarsi, perché il Comune è attualmente coinvolto in tutto in 19 progetti, per 5 milioni di finanziamenti europei totali. “Faremo tesoro della sanzione, c’è volontà di collaborare con il Garante. Anche perché Trento aspira ad essere una frontiera tecnologica e a marzo ospiterà il G7 sull’intelligenza artificiale. Vogliamo capire come trovare la strada giusta, perché rinunciare a progetti del genere è dannoso per tutti”.

E sui consiglieri di Fratelli d’Italia che dopo la sanzione avevano parlato di “un progetto nato male”, frutto “di autosufficienza da parte di un sindaco che troppo spesso ha fatto di testa sua”, commenta: “Sono gli stessi che poi lamentano una mancanza di sicurezza, facciano pace con se stessi”.



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-01-30 09:18:50 ,www.repubblica.it

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