di Paolo Armelli
Se è vero che molti film possono essere soporiferi, altri possono avere un effetto ipnotico. Pare questa la premesse dell’ultima bizzarria del Göteborg Film Festival, rassegna cinematografica svedese nota per le sue trovate alquanto originali. Il più grande evento filmico scandinavo, nato nel 1979, aprirà la sua prossima edizione il 28 gennaio e ha già annunciato un’importante e rivoluzionaria novità: la volontà, cioè, di ipnotizzare gli spettatori in sala.
Ebbene sì, durante il festival ci saranno ben tre proiezioni di gala durante le quali un ipnotista specializzato eserciterà un’ipnosi di massa sul pubblico presente in sala, in modo da “modificare lo stato mentale degli spettatori in accordo con il tema e l’atmosfera del film”. L’incantesimo sarà interrotto solo dopo la conclusione della pellicola. Tre appunto i titoli che avranno questo trattamento speciale: Memoria del thailandese Apichatpong Weerasethakul, che vede nel cast anche Tilda Swinton; Land of Dreams di Shirin Neshat con Matt Dillon e Isabella Rossellini già presentato a Venezia; e infine il thriller psicologico Speak No Evil di Christian Tafdrup.
La pagina ufficiale del festival sottolinea come fin dagli albori il mezzo cinematografico avesse stretta affinità con l’ipnosi, dato che l’esperienza immersiva della sala era paragonata a una “terra di confine tra sogno, sonno e veglia”. “Le regole e le restrizioni dell’anno scorso ci hanno illuminato su come mantenere ordine nella società e su cosa governa davvero pensieri e comportamenti”, aggiunge Jonas Holmberg, direttore artistico del Göteborg Film Festival: “Forse non prendiamo decisioni in autonomia come pensiamo? Con The Hypnotic Cinema vogliamo interrogarci su sottomissione, trasgressione e controllo”.
Nonostante i presupposti concettuali interessanti, per molti l’ipnosi può ancora rappresentare uno scoglio inquietante. Di certo in passato il festival svedese ha proposto ai propri spettatori sfide ancora più ardue, come quando nel 2019 alcuni film venivano proiettati all’interno di sarcofagi in cui ogni singolo utente veniva rinchiuso per tutta la durata della pellicola; l’anno scorso, invece, sempre per riflettere sul concetto di isolamento, un singolo spettatore aveva passato una settimana a vedere film da solo dentro un faro su un’isola alle coste della Svezia.
Quello del Göteborg Film Festival potrebbe essere anche uno strenuo tentativo di attirare gli spettatori in sala in un momento in cui, per via della recrudescenza della pandemia a causa di Omicron, molti stanno evitando i luoghi di aggregazione. Sebbene in Svezia le limitazioni siano ancora molto leggere, Hollywood Reporter fa sapere che molti festival internazionali, come quello di Palm Springs, lo Slamdance in Utah o l’International Film Festival Rotterdam hanno cancellato o trasposto online le loro edizioni previste per le prossime settimane.
Source link
www.wired.it
2022-01-04 13:30:00