Alle spalle degli homeless c’è una miscela di sfide irrisolte, che si aggravano con la debolezza economica ma non sono mai state sanate neppure nei momenti di ripresa e che mettono in discussione la solidità e l’efficacia dell’intero Welfare. Si intrecciano condizioni di povertà che riguardano il 12% della gente: quasi 40 milioni di persone e una percentuale poco cambiata in decenni. Emergono striscianti eredità del razzismo. E i danni della sotto occupazione, oltre a quelli della disoccupazione, che gonfia i ranghi dei working poor senza dimora fissa: persone che hanno un lavoro ma non guadagnano abbastanza da potersi permettere una dimora. C’è l’impatto delle malattie mentali e delle epidemie di stupefacenti. Poi l’aumento dell’immigrazione illegale, destinata a generare nuovi poveri. Soprattutto si sommano, oggi, una storica carenza di case popolari, la fine di aiuti pubblici straordinari introdotti per la pandemia e l’impennata dei costi abitativi amplificata dalle fiammate dell’inflazione: gli affitti Proseguono a crescere dell’8% l’anno. I dati federali mostrano che oltre 37 milioni di famiglie sono a rischio e riportano forme di insicurezza abitativa o eccessivo peso del caro-dimora.
I simboli della crisi sono tanti. Los Angeles, dove in povertà vive il 14,2% della gente, almeno 1,4 milioni di persone, è diventata capitale nazionale degli homeless. Da sei mesi la città californiana ha dichiarato un vero stato di emergenza contro la crisi dei senzatetto, per dare alle autorità locali più poteri di intervento. «Migliaia di cittadini dormono per strada o in auto ogni notte, ogni notte alcuni di loro muoiono», ha dichiarato il sindaco Karen Bass: nell’ultimo anno questa gente vulnerabile è aumentata del 10% nel centro urbano.
La ricerca di nuove vie d’uscita si è fatta affannosa. Poco lontano dalla fabbrica dei sogni di Hollywood, nella cittadina di 40mila abitanti di Culver City, l’incubo ha spinto il Consiglio comunale ad approvare tra le polemiche un’ordinanza che vieta accampamenti. In alcune zone della costa occidentale il sindacato del personale alberghiero sta portando avanti una proposta per introdurre una sovrattassa finalizzata ad aiutare i lavoratori a reddito più basso in difficoltà con la dimora e per offrire stanze libere negli hotel agli homeless pagate da un voucher municipale. L’intera California soffre di record di homeless: 171mila persone in media a notte, il 30% del totale nazionale. Ben 44 persone ogni 10mila, in aumento del 43% dal 2012.
Al secondo posto, in questa inquietante classifica, viene lo stato di New York, con 91.271 senza dimora. Accampati alla meglio anzitutto nella città, dove le associazioni di assistenza calcolano oltre 84.500 homeless in media ogni notte, compresi 27.500 bambini, con un incremento allarmante del 66% in un decennio. Ad aggravare il problema abitativo, è ora l’arrivo di 100mila migranti in città solo dalla scorsa estate, parte delle nuove ondate migratorie dal Sud del mondo. E se un terzo dei neworchesi è nata all’estero, la metropoli oggi fatica ad assorbire il numero degli arrivi, che finiscono inevitabilmente per nutrire il numero dei senzatetto. Il sindaco Eric Adams – in una città dove in povertà vivono 2,7 milioni di persone – ha varato una carta dei diritti degli homeless che permette loro di dormire in alcuni spazi pubblici.
Tutte le grandi città risentono della crisi. Ancora in California, a San Francisco e nella circostante Bay Area il dramma contrasta con la ricchezza della Silicon Valley: il 70% dei residenti indica proprio i senzatetto tra i primi tre problemi della città. Ogni notte 38mila persone non hanno dimora: il numero dei clochard è in aumento del 35% dal 2019 e tra loro il 35% è considerato ormai un senzatetto cronico. E il fenomeno rischia di aggravarsi perché il 10% dei residenti vive in condizioni di assoluta povertà e il 30% ha redditi molto bassi in una delle zone più care del Paese.