Il lato oscuro del lungomare

Mentre la citt si attarda, un po’ volgarmente, a discutere del prezzo delle birre a Torre Quetta, poco pi gi, nell’ultimo e derelitto tratto di lungomare di Torre a Mare possibile impossessarsi di uno scoglio, chiuderlo con un cancello, farci sopra un barbecue, portarci alcolici, stupefacenti, casse per la musica. possibile aspettare l’arrivo della jeep del pusher di fiducia, che sbarca con le sostanze e qualche ragazza da mettere a giro. Questo non nel weekend, ma durante la settimana. Giovani e meno giovani, accanto a quelle ville che ostruiscono, abusivamente, l’accesso al mare, si danno convegno sugli scogli. Si riuniscono su quell’ultimo tratto di strada asfaltata, dove non passa mai una pattuglia della polizia municipale, oltrepassano i tornelli arrugginiti vecchi di tre decenni almeno, e ripiombano nel pieno degli anni Novanta: quando le feste improvvisate erano all’ordine del giorno, contornate, quando capitava, da uno sbarco di sigarette e da una stecca allungata al capocomitiva affinch tacesse.

Adesso le sigarette non sbarcano pi, ma quegli scogli, i pochi rimasti liberi da tavolini e bar, restano appannaggio dei residenti del posto e di chi poco attratto dal lungomare ufficiale. Ora, non si tratta di un divertimento alternativo a quello di Torre Quetta, ma della seconda faccia della medesima medaglia: di quel Giano apparentemente bifronte che tende a fare economia col divertentismo sulla costa. Sulla costa perch viene facile affidarsi al mare dimenticando che il mare e gli scogli vanno rispettati, tutelati e aperti. Fa male vedere ancora cancelli lungo quel tratto di costa sud. Fa male di pi osservare la padronanza con la quale si abusa degli scogli, lasciando i cascami dei festini a ridosso delle cale. Tutto questo stona con la strombazzatura dei progetti per il lungomare meridionale, perch ancora una volta non si sono fatti i conti con quella cultura di rapina che favorisce l’impossessamento del mare. Il tema questo: come allacciarsi al mare senza far male al mare. Di esempi ce ne sarebbero tanti. L’elenco sarebbe lunghissimo. Ma forse semplicemente il caso di sterzare le cattive abitudini locali o di promuovere altre cose da fare sul mare e oltre il mare, accanto all’immancabile consumo di birra. Questo soprattutto perch mare e scogli non sono eterni, mentre eterna rimane l’abitudine di pensare alla costa come a una cassa continua. In pieno cambiamento climatico, in una citt dove latita il verde, dove nuovi giardinetti sono impropriamente chiamati parchi, il mare il solo pezzo di pianeta che ci resta. Be’, vogliamogli bene allora.