Le priorit di Valditara e Amadori, i professori che lavorano per Salvini: resta il federalismo
la sfida per un Paese che dovr essere liberale nell’economia e nella societ, saggiamente conservatore nei valori, profondamente repubblicano nella sua cultura collettiva. Lo dice chiaramente il titolo del libro in uscita marted, l’Italia che vogliamo. Il manifesto della Lega per conquistare il Paese, quella che Matteo Salvini scalda nelle piazze e a cui cercano di offrire una piattaforma programmatica Giuseppe Valditara e Alessandro Amadori (docente universitario e gi senatore per tre legislature il primo, ricercatore e politologo il secondo), promotori di Lettera 150, il think tank cui hanno aderito altrettanti accademici, che dall’inizio del 2022 d un supporto di contenuti al leader leghista.
Il testo di impianto liberal-conservatore, l’ambizione quella di proporre un manifesto del buon governo attraverso l’indicazione delle priorit (declinate in dieci punti) che dovrebbe seguire un partito o una coalizione che ha l’ambizione di governare e gestire i cambiamenti e le trasformazioni in atto nella societ italiana, in Europa e nel mondo. Gli autori del libro indicano quattro questioni fondamentali: la questione federale, quella liberale, quella sovranista e quella repubblicana.
Noi partiamo dalla necessit di ricostruire un tessuto unificante sul piano culturale e morale che aiuti gli italiani a sentirsi parte di un’unica res publica spiega Valditara. Di qui la necessit di rilanciare la scuola (deve tornare a insegnare i grandi valori costituzionali), di riscoprire la famiglia (oggi frammentata e isolata, ridotta ad un nucleo sociale anonimo, deve recuperare la capacit di insegnare e trasmettere valori e identit), di individuare un nuovo modo di rapportarsi nel dibattito pubblico (basta delegittimazione dell’avversario). Tornano, ma con una base accademica, battaglie decisive per la Lega, come quella federalista, insieme al rilancio di quella rivoluzione liberale pi volte evocata, sin dai tempi di Gianfranco Miglio fino agli approcci con Marcello Pera (ora candidato con FdI), ma spesso rimasta sulla carta.
A queste si aggiunge quella che gli autori chiamano la questione sovranista. Attenzione — mette in guardia Valditara — non una forma di neonazionalismo. Si tratta di ridare la sovranit al cittadino, farlo pesare davvero nelle scelte che contano. Ma il libro, per l’ambizione di diventare il programma della nuova Lega, propone anche tutta una serie di interventi puntuali sulla scuola, la giustizia, la sanit, la sicurezza, l’immigrazione, le infrastrutture (a partire dal ponte sullo Stretto). A monte di tutto questo — precisa Amadori — c’ una domanda: perch il Paese non cresce? La risposta semplice: perch siamo vittime di un pensiero corto e di un’azione lenta. E siamo gravati da una burocrazia che ci costa almeno 180 miliardi all’anno, pi dell’evasione fiscale. Ecco l’invito a modernizzare, innovare, digitalizzare. Siamo un Paese ricco e vitale, ma concentrato su segmenti di media tecnologia — puntualizza il ricercatore —. Va cambiato paradigma.
Il cambio, per chi conosce la Lega, riguarda anche il contesto internazionale. L’Europa necessaria — conclude Valditara —. L’Italia si deve reimpadronire dell’Europa per ritornare protagonista a livello mondiale. Noi ne siamo stati i fondatori. Ma certo pensiamo all’Europa della politica e degli ideali, non quella della burocrazia.
3 settembre 2022 (modifica il 3 settembre 2022 | 22:00)
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Cesare Zapperi , 2022-09-03 20:00:46 ,