Il memoriale di Ilaria Salis: “Cimici nel letto, 23 ore 24 in cella, per giorni senza carta igienica. Niente cena”

Il memoriale di Ilaria Salis: “Cimici nel letto, 23 ore 24 in cella, per giorni senza carta igienica. Niente cena”

Il memoriale di Ilaria Salis: “Cimici nel letto, 23 ore 24 in cella, per giorni senza carta igienica. Niente cena”


Una cella completamente chiusa, cimici nel letto, scarafaggi nei corridoi, vitto scarso. Questa la vita da detenuta di Ilaria Salis, l‘antifascista detenuta in Ungheria perché accusata di una aggressione a due neonazisti, come riporta in esclusiva il Tg La7 diretto da Enrico Mentana. Si tratta del racconto dell’ottobre scorso della 39enne insegnante della sua prigionia in un carcere di Budapest in un memoriale scritto il 2 ottobre e diretto al suo legale italiano, quando era in carcere da 8 mesi e le era vietato parlare. La donna, le cui immagini in catene hanno suscitato proteste e indignazione, aveva denunciato le condizioni dei detenuti per permettere agli avvocati di Gabriele Marchesi, suo coindagato, per evitare che fosse data esecuzione al mandato d’arresto europeo e al trasferimento in un penitenziario ungherese.

Salis, che si è dichiarata non colpevole, racconta le circostanze dell’arresto quando le vengono sequestrati scarpe e vestiti “ad eccezione di mutande, reggiseno e calzini” e “sono stata costretta a rivestirmi con abiti sporchi, malconci e puzzolenti che mi hanno fornito in questura e ad indossare un paio di stivali con i tacchi a spillo che non erano della mia taglia”. Resterà con questi vestiti per cinque settimane, riferisce il TgLa7, per sette giorni non avrà carta igienica, sapone e assorbenti, beni di prima necessità che rimedierà solo grazie a una detenuta ungherese.

“Sono rimasta per 5 settimane senza ricevere il cambio lenzuola, per i primi tre mesi sono stata tormentata dalle punture delle cimici da letto – scrive ancora – Oltre alle cimici nelle celle e nei corridoi è pieno di scarafaggi” invece “nel corridoio esterno appena fuori dall’edificio spesso si aggirano topi”.

“Oltre alle manette, qui ti mettono un cinturone di cuoio con una fibbia”, scrive la detenuta. Quanto al vitto, nel memoriale di ottobre, Salis racconta: “Il carrello passa per la colazione e per il pranzo ma non per la cena, a colazione di solito si riceve una fetta di salume che spesso è in cattivo stato. A pranzo danno zuppe molto acquose in cui c’è pochissimo cibo solido, ma dove in compenso spesso si trovano pezzi di carta o di plastica, capelli o peli”. Quanto alla detenzione, nel memoriale mostrato dal ‘TgLa7’, c’è scritto che “si trascorrono 23 ore su 24 in cella completamente chiusa, c’è una sola ora d’aria al giorno e la socialità non esiste”. Salis spiega che non ha potuto iscriversi alle lezioni di scuola elementare ungherese, lingua in cui avvengono tutte le comunicazioni, con la motivazione che “non parla ungherese”.

“È un po’ deperita ovviamente soprattutto per l’udienza. Era abbastanza in difficoltà perché poi era molto emozionata, era emotivamente molto trascinata. Le girava un po’ la testa” dice Roberto Salis appena sceso dall’aereo al ritorno da Budapest. In carcere “il colloquio è andato meglio perché stava molto meglio, era più rilassata ed era anche contenta di quello che era accaduto lunedì; era più bella insomma”.



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di F. Q.
www.ilfattoquotidiano.it
2024-01-31 21:25:44 ,

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