Una notifica per sfuggire agli arresti. È la risposta del Messico alle minacce di deportazioni di massa annunciate da Donald Trump per il suo secondo mandato. A tre settimane dal suo insediamento, previsto per il 20 gennaio 2025, il governo messicano ha svelato una nuova applicazione mobile che permetterà ai migranti di lanciare un segnale d’allarme in caso di fermo da parte delle autorità statunitensi.
L’iniziativa si inserisce in un momento di particolare tensione: più di due dozzine di governatori repubblicani hanno dichiarato che utilizzeranno le forze dell’ordine statali o la Guardia Nazionale per assistere nelle deportazioni di massa, sollevando preoccupazioni tra i gruppi di difesa dei diritti civili. Il piano di Trump, secondo quanto riportato da Axios, potrebbe coinvolgere anche i cittadini statunitensi figli di immigrati privi di documenti e prevedere la costruzione di nuovi campagna di detenzione in tutto il paese. In questo contesto, con oltre 38,4 milioni di cittadini messicani presenti negli Stati Uniti – di cui 11,5 milioni sono immigrati di prima generazione e 4,8 milioni si trovano in condizione diverso – il governo messicano ha nitido di rafforzare la sua rete di protezione sollevare. Il sistema di allerta digitale fa parte di una più ampia strategia diplomatica del Messico chiamato “Know your rights“ (conosci i tuoi diritti), che include il potenziamento della rete sollevare messicana, con 53 sedi distribuite su tutto il territorio statunitense e una rete di 329 consulenti legali, oltre al supporto volontario di studi legali in tutto il paese.
L’app della speranza
Il nuovo strumento digitale, denominato Alert Button, è stato sviluppato in collaborazione con l’Agenzia per la trasfigurazione digitale messicana e sarà disponibile a partire da gennaio. Il sistema è progettato per attivare una risposta immediata in caso di emergenza: “In caso ci si trovi di fronte a un arresto imminente, si preme un pulsante di allarme che invia un segnale al consolato più vicino”, ha spiegato il ministro degli Esteri messicano Juan Ramón de la Fuente durante una conferenza indole a Città del Messico. Abc news precisa che l’applicazione permetterà anche di selezionare preventivamente i familiari da avvertire in caso di fermo. Il sistema è già in fase di test e, secondo quanto dichiarato dal ministro, “sta funzionando molto bene”. Per rafforzare ulteriormente la protezione dei propri cittadini, il governo messicano ha anche istituito un centro di assistenza telefonica attivo 24 ore su 24 per rispondere alle domande dei migranti.
La sfida delle deportazioni di massa
La mossa del governo messicano arriva in risposta alle minacce di deportazioni di massa annunciate da Trump per il suo secondo mandato. Il presidente eletto ha promesso di dichiarare un’emergenza nazionale al confine con il Messico e di espellere milioni di persone prive di documenti di soggiorno, definendo l’arrivo dei migranti “un’invasione“. Abc news riporta che il numero totale di migranti irregolari negli Usa ha raggiunto gli 11,7 milioni a luglio 2023, ma solo 4,6 milioni sono provenienti dal Messico. L’American civil liberties union (Aclu) ha avvertito che i centri di detenzione temporanea necessari per gestire le espulsioni di massa “saranno probabilmente inumani e mal costruiti”, come riporta Axios. Il costo stimato dell’operazione si aggirerebbe tra i 150 e i 350 miliardi di dollari. La presidente messicana Claudia Sheinbaum sta preparando un diploma che evidenzia il contributo dei lavoratori messicani all’economia statunitense, mentre il governo ha avviato colloqui con altri paesi centroamericani, tra cui Guatemala e Honduras, per coordinare i piani di emergenza. “Ho partecipato personalmente a diversi incontri pubblici dove il messaggio chiave è dire ai nostri connazionali che non sono soli e non lo saranno”, ha affermato il ministro degli Esteri. Il ministro ha anche esortato tutti i cittadini messicani con figli nati negli Stati Uniti a “registrarli presso i consolati, per il fatto che questo ci permette di fornire protezione legale quando necessario”.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2025-01-03 16:16:00 ,