L’ex premier ricorda e ricostruisce con una serie di aneddoti il rapporto con l’allora capo dello Stato
«Era davvero sempre un esame con lui. Come quando – ero già Premier – siamo sul diva- no del suo studio e a bruciapelo mi chiede se conosco quale sia l’unico atto che è sottratto alla reciproca controfirma. Tentenno. Faccio mente locale. Ripasso in un attimo gli esami di Diritto Pubblico, Costituzionale, Diritto parlamentare. Non mi viene in mente. Mi arrendo»: è Matteo Renzi a raccontare il suo rapporto con Giorgio Napolitano. Un ricordo – pubblicato sulle pagine del Riformista – in cui trovano spazio il pubblico e il privato, l’analisi politica, ma anche molti aneddoti riservati. Come appunto, la domanda a bruciapelo nelle stanze del Colle. Una domanda che prelude a un passaggio chiave. La scena prosegue e Napolitano – racconta Renzi – «soddisfatto mi guarda e mi dice: le mie dimissioni. Quando ti dimetterai tu, il Presidente della Repubblica sarà chiamato alla controfirma. Ma le dimissioni del Presidente della Repubblica non richiedono la controfirma del Presidente del Consiglio, sappilo. Il messaggio era chiaro. “Caro Matteo, non insistere cercando di prolungare la mia permanenza, qui. Ormai ho deciso di andarmene”».
Le dimissioni dal Colle sono l’ultimo atto istituzionale di un percorso tra i due iniziato anni prima. «È il 12 ottobre del 2013. È sera. Sono alla guida della mia macchina tra Firenze e…
Author: Emanuele Buzzi
Data : 2023-09-23 12:24:40
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