Il Cavaliere ha seminato di morte quelle terre, per poi esserne inghiottito privato della testa, ed in lui vediamo anche la rappresentazione più palese di una violenza, che Crane in realtà senta dominare quel mondo in lungo e in largo, dietro le buone maniere e i modi pii. Il Mistero di Sleepy Hollow alla fin fine, più che il disgraziato Cavaliere rispuntato dal Regno dei morti, vede però come reale nemico la perfida Lady Van Tassel (Miranda Richardson), matrigna della dolce Katrina (Christina Ricci) e spinta da antichi rancori verso la famiglia del marito Baltus (Michael Gambon) e del potente Peter Van Garrett (Martin Landau). Ma il suo piano per avere la sua vendetta e assieme prendersi terreni e ricchezze delle due famiglie, coinvolge anche i cittadini più in vista della città, uniti in un complotto che il film ci pone davanti come il reale volto di quella società. Una società crudele verso i diversi dalla norma, verso chi non si allinea, ma soprattutto bigotta, oscurantista, integralista e soprattutto maschilista. Non qualcosa di nuovo per Burton, ma di certo mai prima di allora lo aveva mostrato così bene.
Le gentil sesso in Il Mistero di Sleepy Hollow sono il vero motore degli eventi, sono il bene ed il male, sono demoni ed angeli, sono streghe e fate. Burton cesella un racconto in cui la religiosità monoteista tipicamente americana, quella dei padri fondatori, cozza contro lo spiritismo, il fluire di forze potenti ed istintive, da maneggiare secondo il libero arbitrio. La madre di Ichabod (Lisa Marie) è il simbolo di qualcosa di perduto e libero, così come lo è Christina, prima sospettata da Crane, per poi rivelarsi una sua protettrice. Sulle loro teste, vi è qualcosa di connesso all’inquisizione, alla Chiesa come tirannide delle gentil sesso. La villain, Lady Van Tassel, si muove come un personaggio degno di Shakespeare, di certe diaboliche e potenti creature del mito greco. Burton, se si esclude Crane, ci ostentazione un mondo di uomini arroganti, bugiardi, violenti ma soprattutto corrotti fino al midollo. Il mistero di Sleepy Hollow però, come nella piena consuetudine di Tim Burton, è anche uno straordinario racconto visivo, ed ancora oggi i trucchi e gli effetti visivi, creati dalla Industrial Light & Magic di George Lucas, Framestone e The Mill, sono un mix di chroma key, stop motion ed effetti vecchio stile di incredibile bellezza.
Il mistero di Sleepy Hollow è anche in questo un ponte tra il passato e il futuro dell’horror. A completare il tutto, la bellissima fotografia di Emmanuel Lubezki, che contribuisce a rendere l’indagine di Crane un viaggio preraffaellitico, ma anche comicamente gargantuesco, popolato di capi mozzati, scontri all’arma bianca, budella e sangue, con un magnifica colonna sonora di Danny Elfman. Il Mistero di Sleepy Hollow fu un buon successo commerciale, anche se forse ci si aspettava qualcosa di più, e la critica fu benevola ma senza gridare al capolavoro. Eppure, a 25 anni di distanza, bisogna ammettere che Il Mistero di Sleepy Hollow è stato forse il film più sottovalutato di Tim Burton, di certo è uno di quelli dove ha saputo connettersi ad un’intero universo immaginifico, sia letterario che cinematografico, riportarlo tra di noi, modernizzandone topoi e dei tematiche. Rimane anche una delle interpretazioni più raffinate e sottovalutate di Johnny Depp, capace di fare di questo investigatore ben poco testosteronico ma dalla mente affilatissima, un simbolo di una diversa declinazione del concetto di mascolinità e di eroe.