Vedere il Brasile di Neymar sfidare la Francia di Mbappé un’estate ogni due è un’idea che piace ai tifosi. Con i calendari che si intrecciano, proponendo partite sette giorni su sette a qualsiasi ora dalle 12.30 in poi, la proposta della Fifa di dimezzare l’attesa tra un Mondiale e l’altro non poteva che raccogliere l’apprezzamento della maggioranza degli appassionati. A misurare la voglia di Coppa del mondo è un sondaggio commissionato proprio dall’organo internazionale che governa il calcio. Più della metà dei 77mila sportivi interpellati si è detta favorevole, a patto che la competizione raddoppiata non vada ad aumentare a dismisura il carico di lavoro dei giocatori. Tra i 30.390 intervistati che seguono il calcio più di ogni altro sport, la percentuale di gradimento è salita al 63,7% per il Mondiale maschile e ha toccato il 52,4% per quello femminile.
A rendere ancor più interessanti i risultati sono l’età e la geografia del voto. I giovani tra i 25 e i 34 anni, in cerca di emozioni forti e spettacolo, hanno accolto l’idea con più entusiasmo degli altri. Gli over 55, invece, restano fedeli alla tradizione, convinti che l’attesa conferisca alla manifestazione quella sacralità che sarebbe un peccato perdere. I continenti in cui si sarebbe più felici di assistere al torneo maschile più prestigioso ogni due anni sono quelli che della fase finale della manifestazione sono rimasti quasi sempre ai margini: Africa (76% favorevoli), Asia (66%), Oceania (55%), Nord America (53%). Con punte dell’87% in Turchia, dell’85% in India e del 76,5% in Vietnam. Il Sudamerica si ferma al 54%, con un 20% di oppositori e un 25% di indecisi.
È in Europa che il “no” alla proposta del presidente italo-svizzero Gianni Infantino vince. I muri più alti li hanno eretti i tifosi inglesi (53%) e tedeschi (50%). In Italia e in Francia il “sì” ha vinto con poco margine. Sul risultato influisce una cultura calcistica maggiore rispetto ad altre aree del Pianeta che alimenta una mentalità più ostile ai cambiamenti del sistema calcio (chiedere alla Superlega). Ma i tifosi europei sono più diffidenti degli altri anche perché, loro malgrado, si trovano nel bel mezzo dello scontro tra la stessa Fifa e la Uefa che, insieme alla Conmebol, la federazione sudamericana, ha comsconfitto fin dal principio l’idea.
Ne è una riprova l’asse che ha portato le due federazioni storicamente amiche alla creazione della Supercoppa del mondo tra la vincente dell’Europeo e quella della Coppa America (la prima “Finalissima”, tra Italia e Argentina, si giocherà il primo giugno a Londra) e all’ingresso di sei squadre sudamericane nella Nations League a partire dall’edizione del 2024/2025. E se la Fifa ha provato ad alzare la voce sbattendo sul tavolo il consenso popolare registrato nel sondaggio condotto da Iris, l’Uefa ha estratto la cartellina che conteneva uno studio sull’impatto economico che il campionato del mondo giocato ogni due anni avrebbe sulle federazioni nazionali europee: decisamente negativo.
In quattro anni il calo di appeal delle altre manifestazioni sportive, dei diritti tv, delle sponsorizzazioni e dei biglietti venduti genererebbe un danno stimato tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro. Senza dimenticare lo stress fisico e mentale dei giocatori, chiamati ormai con regolarità a giocare ogni tre giorni. Il 20 dicembre è in programma un summit voluto da Infantino per riformare il calendario internazionale. A Ligue 1 finita, Neymar e Mbappé potrebbero rivedersi in campo più spesso del previsto.