La serie TV Friends, come suggerisce il regista, rappresenta il simbolo di un’epoca felice e possibilmente di un’ideale di vita per il personaggio di Rose. Rose è rapita dalla show ed è attratta da quel mondo di amicizia, amore e divertimento, totalmente in contrasto con la realtà che la circonda. Friends però non è solo puro intrattenimento, è anche un elemento di distrazione e di consolazione per Rose, che cerca di scappare dalla paura e dall’angoscia provocate dalla catastrofe globale. Friends è la sua valvola di sfogo, il suo modo di evadere dalla realtà, è il suo punto di riferimento. Friends è anche un motivo di conflitto tra Rose e gli altri personaggi, che non capiscono il suo attaccamento a quella serie e la ritengono superficiale e immatura.
In una scena, Ruth Scott (Myha’la) commenta l’ossessione di Rose per Friends asserendo: “È quasi nostalgica per un tempo che non è mai esistito”. C’è un termine per questo fenomeno: l’anemoia – o anche “Sindrome dell’età dell’oro” – ovvero sentire la nostalgia di un’epoca passata, un tempo trascorso e idealizzato che serve per dare un senso all’insoddisfazione per il presente. Può essere un modo per combattere contro l’ansia, la solitudine, ma che troppo spesso porta a una disconnessione dalla realtà. Friends è quindi un elemento chiave per comprendere la personalità e il ruolo di Rose nel film.
Il film usa Friends come un motivo ricorrente, per creare un contrasto tra il dramma e la commedia, e per ricordarci che l’arte può essere un’ancora di salvezza anche durante un’apocalisse. In questi tempi confusi e caotici, Rose trova un appiglio, un oggetto salvifico, che nel film viene rappresentato tanto dalla serie tv quanto da una libreria dedicata ai media fisici (che include una collezione completa di Friends, Buffy, The Office e molto altro).
“Per me, rappresentava una pura evasione”, racconta Esmail. “Nei momenti di crisi, quando abbiamo perso di vista la nostra comune umanità, quando ci sentiamo isolati, vogliamo scappare verso ciò che ci fa stare bene. E per Rose, ho pensato che il suo viaggio non sarebbe stato completo finché non avesse guardato l’ultimo episodio del suo show preferito”. Non è necessariamente una conclusione speranzosa, ma ci sono alcuni sprazzi di luce nel buio: “C’è un quadro appeso alla fine del corridoio prima che Rose scenda nel seminterrato che dice ‘La speranza inizia nel buio’”, spiega Esmail. “Penso che questo film sia come un avvertimento, non vuole darci una risposta su cosa fare dopo ma è intenzionato nel dirci che per quanto buio possa diventare, per quanto cupo possa diventare, possiamo sempre cercare di trovare un po’ di speranza”.
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di Lucia Tedesco www.wired.it 2023-12-12 11:57:50 ,