Ha lavato i piedi a una a una. Con ognuna ha versato l’acqua su un piede, lo ha asciugato e baciato, poi ha alzato il viso con un sorriso per incrociare lo sguardo. Pur impedito nei movimenti, papa Francesco non ha voluto rinunciare al momento culmine della messa che, il giovedì santo, commemora l’ultima cena di Gesù. E così, seduto sulla carrozzina, ha lavato di persona i piedi a 12 detenute della sezione femminile del carcere romano di Rebibbia sedute su un piano rialzato.
Il Pontefice argentino, che nei giorni scorsi aveva avuto la voce flebile quale postumo di una bronchite, ha celebrato la messa che apre il triduo pasquale senza problemi, dopo aver celebrato, questa mattina in San Pietro, la messa crismale.
“Non ci stanchiamo di chiedere perdono”
“Due episodi ci attirano l’attenzione”, ha detto Jorge Mario Bergoglio pronunciando a braccio, come è sua consuetudine, l’omelia di questo appuntamento che apre il triduo pasquale: “La lavanda dei piedi di Gesù: Gesù si umilia, Gesù con questo gesto ci fa capire quello che lui aveva detto: io non sono venuto per essere servito ma per servizio, ci insegna il cammino del servizio. L’altro episodio, triste, è il tradimento di Giuda, che non è capace di portare avanti l’amore, e poi i soldi, l’egoismo lo portano a questa cosa brutta. Ma Gesù perdona tutto, Gesù perdona sempre, soltanto chiede che noi chiediamo il perdono. Una volta ho sentito una vecchietta, saggia, una nonna del popolo dire così: Gesù non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono. Chiediamo al Signore la grazia di non stancarci: tutti noi – ha detto il Pontefice argentino – abbiamo piccoli fallimenti, grandi fallimenti, ognuno ha la propria storia: ma il Signore ci aspetta sempre con le braccia aperte e non si stanca mai di perdonare. Adesso – ha concluso – faremo lo stesso che ha fatto Gesù, lavare i piedi: è un gesto che ci attira l’attenzione sulla vocazione del servizio, e chiediamo al Signore che ci faccia crescere, tutti noi, nella vocazione del servizio”.
Gli apostoli e le donne
Francesco ha poi compiuto il rito della lavanda dei piedi, suscitando in alcune delle detenute alle quali ha lavato i piedi una visibile commozione.
Francesco è il primo Papa che lava i piedi a delle donne, innovando così il gesto che, nei racconti dei Vangeli, Gesù compì con i 12 apostoli, lavando. Già nel 2015, sempre a Rebibbia, aveva compiuto la lavanda dei piedi con sei uomini e sei donne. Jorge Mario Bergoglio ha introdotto anche la novità di celebrare la messa del giovedì santo fuori dal Vaticano, scegliendo spesso carceri o altri luoghi di sofferenza come gli ospedali. Nel carcere ci sono 360 detenute e un bambino, figlio di una di loro, al quale il Papa ha regalato un uovo di Pasqua.
“Un raggio di sole”
“La sua presenza qui oggi è un raggio di sole che scalda il cuore e dà speranza di ricominciare anche quando si tratta di ripartire da zero”, ha detto Nadia Fontana, direttrice del carcere, ringraziando il Papa.
Quando scherzò: “Spero di cavarmela”
Quando è comparso in sedia a rotelle nel cortile esterno del carcere, molte detenute hanno iniziato a spostarsi. La messa in coena Domini si è svolta sotto un tendone esterno, molte donne sono rimaste nel piazzale e Bergoglio ha deciso di passare tra le file delle sedie per salutarle tutte, con i gendarmi che hanno fatto fatica a mantenere l’ordine, e molte carcerate si sono sporte per toccare il Papa, baciargli la mano, accennare un inchino. Lo hanno accolto con applausi, coretti: “Fai qualcosa per noi”, “che Dio ti benedica”, “grazieeee”, ma c’è anche chi, più sobriamente, si è rivolto a lui dicendogli “buona sera Papa”. Quello di Rebibbia è uno dei più grandi carceri femminili d’Europa, le detenute vengono dai più vari paesi. Già l’anno scorso, quando aveva celebrato la messa nel carcere minorile di Casal del Marmo, il Papa aveva scherzato sulla sua difficoltà di movimento: “Spero di cavarmela perché non posso camminare bene”, aveva detto prima della lavanda dei piedi. Che ha replicato anche oggi, lasciando in regalo un dipinto della Madonna.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-03-28 19:00:00 ,www.repubblica.it