Dal nostro inviato NEW YORK
Donald Trump e i suoi alleati sarebbero pronti a dichiarare di avere vinto già nella notte di martedì, prima della conferma ufficiale, prima che i voti vengano contati. Lo scrive il New York Times, spiegando che la strategia della campagna elettorale della destra populista ricalca le mosse eversive utilizzate da Trump, quattro anni fa, per tentare di ribaltare i risultati, dopo la sconfitta subita contro Joe Biden. Con un’escalation che portò – più o meno direttamente – all’assalto del Parlamento da parte dei più esagitati sostenitori della destra, il 6 gennaio del 2021, in una delle pagine più buie nella storia delle istituzioni democratiche americane.
«Trump dovrebbe umilmente alzarsi in piedi e affermare: Ehi, ho vinto», ha detto pochi giorni fa Steve Bannon, uno dei consiglieri più vicini e più discussi di Trump, dopo avere scontato una condanna a quattro mesi di prigione per aver sfidato il Congresso proprio sui fatti del gennaio del 2021.
Da parte democratica hanno già messo in conto un tentativo disperato della destra di contestare il voto se venisse sconfitta. «Siamo tristemente pronti», ha detto Kamala Harris. «Se Trump dovesse dichiarare vittoria senza attendere i risultati – ha aggiunto la candidata democratica – e se vedessimo che sta manipolando i media e il consenso del popolo americano… siamo pronti a rispondere».
La grande differenza rispetto al 2021 è che allora Trump era alla Casa Bianca e aveva la forza di impicciare la transizione democratica dei poteri. Il Congresso con l’Electoral Count Reform Act ha inoltre propagandato norme che dovrebbero fare trasparenza sulla certificazione finale dei risultati. Nello staff di Kamala Harris tuttavia temono le pressioni sugli amministratori locali, sugli uffici elettorali statali.