“Secondo me il rapimento di Mirella è stato premeditato”: all’epoca era solo una ragazzina Cinzia Valenzi ma oggi un’idea su cosa possa essere successo alla sua amica Mirella Gregori ce l’ha. Ne ha parlato dopo 42 anni davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta che sta cercando di fare luce sulle scomparse di Mirella e di Emanuela Orlandi, avvenute entrambe a Roma nell’estate del 1983. “Tante volte me lo sono chiesta cosa possa essere successo a Mirella e mi sono data tante risposte, ma chi lo sa”, ha detto Cinzia, che faceva parte della comitiva di Centocelle di Mirella con cui andava anche a scuola insieme. “Due sono le mie ipotesi sulla scomparsa. La prima: potrebbero aver chiesto una sorta di pizzo al bar al padre e magari lui si è rifiutato e quindi è successo per vendetta, ho pensato”. Nel corso dell’audizione, interpellata sul punto, Valenzi ha specificato però che quella del pizzo è solo una sua ipotesi a cui avrebbe pensato non perché avesse saputo qualcosa in merito ma solo perché la famiglia di Mirella gestiva un bar e “in quei periodi si sapeva che veniva chiesta ai negozi questa cosa ma si è trattato solo di una mia valutazione”.
La Valenzi non era dunque a dimestichezza di difficoltà in quel senso e questa resta un’ipotesi senza elementi concreti di riscontro. “L’altra ipotesi alla quale ho pensato è la tratta delle bianche perché all’epoca c’era questo sermone in giro, non era una cosa strana”. Di tratta delle bianche scrissero all’epoca diversi cronisti, una volta che molte ragazzine scomparvero da Roma in un arco temporale e un perimetro entrambi ristretti. “Violenza no perché secondo me il rapimento di Mirella è stato premeditato, non è stato improvvisato. Io penso che siamo state seguite anche noi amiche, secondo me siamo stati seguiti un po’ tutti” ha detto Valenzi riferendo di aver in un’occasione anche avuto la sensazione di essere stata tampinata. “Al ritorno, era una giornata di inverno e pioveva, nei mesi dopo la scomparsa di Mirella mi sono sentita seguita tanto che mi sono rifugiata in un negozio e ho chiesto di chiamare mio padre”. Secondo l’amica di Mirella la ragazza scomparsa non è stata vittima di una violenza improvvisata per “il fatto che hanno citofonato poco è arrivata a casa, così mi hanno sempre detto”, immaginando quindi che qualcuno quel sabato 7 maggio del 1983 l’avesse seguita fino alla casa in via Nomentana a Roma.
La donna ha poi tracciato un ritratto della sua amica di scuola, dicendo: “Mirella era la purezza, mia madre la adorava perché diceva che era unica, pulita e lasciava un segno ovunque perché era la purezza e la sincerità assoluta. Non so perché avete la convinzione che frequentasse altre persone sbagliate, Mirella era pulita”, ha continuato rivolgendosi alla Commissione. Alla domanda sulla possibilità che Mirella volesse cambiare vita Valenzi ha replicato: “No, assolutamente no, non aveva queste idee in testa”. Rispondendo alle domande sulle amicizie di Mirella e in particolare su quella con un ragazzo di nome Alessandro, l’amica di Mirella ha sottolineato: “Ricordo il nome di Alessandro ma non ricordo che Mirella facesse passare che per questo Alessandro avesse un sentimento maggiore di un’amicizia, altrimenti non si sarebbe promessa sposa con Massimo a Centocelle. Gli voleva bene a Massimo, Alessandro lo conosco per nome ma non ricordo neppure che Mirella ne parlava così frequentemente”. Prima di scendere di casa, lo ricordiamo, Mirella rispose al citofono e disse a sua madre che sotto casa c’era un suo amico, Alessandro, che le aveva chiesto di incontrarla per pochi minuti a Porta Pia, a pochi passi da casa. Ricostruendo poi le sue amicizie, durante le prime ricerche, si collegò questa informazione, l’unica che diede Mirella prima di sparire per sempre, a un suo compagno delle scuole medie che si chiama Alessandro ma che ha sempre negato di aver incontrato Mirella quel pomeriggio. Chi c’era davvero quel giorno dall’altra parte del citofono sembra il mistero chiave che potrebbe sciogliere i nodi di questa vicenda.
Quanto a Sonia De Vito (anche lei amica di Mirella, ndr) Valenzi ha risposto: “Non posso dire un granché perché non ricordo neanche il volto, ricordo bene il nome perché Mirella la nominava; non avevo una grande considerazione né del padre né di lei però come era Sonia non posso dirlo perché non la conoscevo se non di vista qualche volta; non mi piaceva quell’ambiente senza accusare nessuno, la mia era una sensazione, a pelle. Ma Mirella non è che la frequentasse tantissimo, quando io la conoscevo – ha proseguito – non la frequentava in modo assiduo. Né Mirella mi ha mai segnalato malessere o di essere rimasta male per qualcosa che Sonia gli possa aver detto o di un rapporto che si era incrinato”.
Sonia De Vito è stata l’ultima persona ad aver visto Mirella in vita. Le due ragazze si conoscevano perché la famiglia di Sonia gestiva un bar sotto casa di Mirella, sempre sulla Nomentana. Quel pomeriggio, prima di allontanarsi Mirella passò da Sonia e le due rimasero in disparte a parlare per circa 15 minuti, nonostante si fossero lasciate poco prima che Mirella andasse via da casa di nuovo e per sempre. Il contenuto di quella conversazione, ancora ignoto, potrebbe aiutare e non poco a capire cosa accadde a Mirella Gregori quel giorno.
Interrogata sul presunto legame di Mirella con la successiva scomparsa di Emanuela Orlandi, Cinzia ha risposto: “Qualcosa che li univa c’è stata però da qui a dire cosa non lo so. Per la mia opinione i due casi hanno una matrice comune: era oltremisura vicino il tempo, le età, i tipi, qualcosa che li univa c’è stata secondo me, però da qui a dire cosa non lo so, erano esaurientemente estranee. Ci fu una gita scolastica in visita al Papa, io non ci andai, dato che hanno sempre detto che Emanuela Orlandi era la figlia di un dipendente del Vaticano, ho pensato che magari Mirella potesse essere stata vista lì in quella visita, non lo so… l’unico legame con il Papa, con la situazione Vaticano, era quella”.
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di Alessandra De Vita
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2025-02-15 10:24:00 ,