L’intervista online al presidente del M5S anche con le domande dei lettori: «Il voto utile? Tanta arroganza nella posizione del Pd»
Risposte dirette, progetti e molte stoccate: Giuseppe Conte — nell’intervista a Corriere Tv
condotta dal vicedirettore Venanzio Postiglione con le domande dei lettori del quotidiano — prende di mira Enrico Letta, «arrogante» sulla richiesta di un voto utile ai dem, difende il reddito di cittadinanza e rilancia l’idea di un piano comune Ue per gli acquisti di gas.
Come pensa di affrontare la crisi derivante dai prezzi del gas e del petrolio?
«È chiaro che gli interventi del governo italiano sono interventi a valle, che non entreranno nella radice dell’emergenza. Per affrontare il problema in modo efficace alla radice, da febbraio noi chiediamo l’energy recovery fund, come nei tempi duri della pandemia, ma calibrato sull’emergenza energetica. Siamo già in ritardo, ma serve intervenire a livello europeo. Sono tutti a parlare di price cap, che è necessario anche quello a livello europeo, ma la vera svolta è un piano d’acquisto comune. Con un piano d’acquisto comune l’Europa sarebbe diventata leader mondiale sul tema degli acquisti, il maggior acquirente potendo dettare le regole al mercato internazionale».
Ma lei è per lo scostamento di bilancio o per evitarlo?
«Oggi un politico che dice facciamo scostamenti di bilancio all’arrembaggio è un politico, ovviamente, che non ragiona. Io dico: la strategia andava costruita. Innanzitutto abbiamo detto di maggiorare le tassazioni sugli extraprofitti, riscrivere quella norma, che andava pensata meglio ed estenderla a quei comparti che pure hanno accumulato speculazioni durante l’emergenza, come farmaceutica e comparto assicurativo, e poi valutare anche un ragionato e ragionevole scostamento di bilancio a supporto. È così che il Paese avrebbe affrontato questo autunno. Draghi andava incalzato da tutti».
Perché non chiarite la vostra posizione nei confronti di Putin?
«Sono stato il primo a contattare i leader degli altri partiti dicendo che dobbiamo rimanere uniti, perché è la garanzia di una risposta efficace nei confronti di una aggressione ingiustificata, che va condannata senza se e senza ma. Ho riferito a Draghi il sostegno di tutti alla condanna della Russia e il sostegno pieno all’Ucraina. L’ho ripetuta 20-30 volte in modo univoco. Mi chiedo perché molti abbiano ancora dubbi, forse per articoli che mi hanno dato del filoputiniano? Ma è diffamazione. Io non ho avuto più rapporti e le mie posizioni sono state sempre di ferma condanna».
Ma lei è favorevole alle sanzioni alla Russia?
«Sulle sanzioni alla Russia abbiamo detto subito assolutamente sì, io ero anche per un inasprimento benché consapevole che ci avrebbero fatto male. Non dovevamo essere degli indovini. Ancora oggi, che non si stanno rivelando molto efficaci su Putin perché si pensava di mettere in ginocchio l’economia russa e qualcuno si è illuso perché non conosce come è strutturata quell’economia, dico che le sanzioni andavano prese e vanno mantenute. Il problema è l’invio delle armi: se la soluzione è un continuo invio, io dico no. Manca una strategia, manca una visione. Bisogna lavorare per un negoziato di pace: è l’unico obiettivo».
Perché non avete votato la fiducia a Draghi?
«Abbiamo dato il nostro consenso a Draghi per difendere le nostre misure, il percorso riformatore che avevamo iniziato, per continuare a realizzarlo. Era un consenso condizionato. A ogni passaggio politico tutti davano piena fiducia a Draghi. È una personalità prestigiosa, con un curriculum pazzesco, ma non gli possiamo consegnare cambiali in bianco, tanto è vero che siamo in una situazione di stallo. L’uomo solo al comando non funziona e non ha funzionato: l’energia è solo una delle cose, quella più grave. Sui nostri nove punti non ha accettato il confronto».
Siete andati con Salvini, poi con il Pd, infine con Draghi.
«Non è che siamo andati a destra, poi a sinistra, poi con Draghi: noi abbiamo cercato di rispettare gli impegni con i cittadini. Abbiamo mantenuto fede agli impegni, abbiamo realizzato l’80% del nostro programma».
La legge elettorale prevede i collegi uninominali. Il M5S corre da solo: ma quale peso decisionale potrà avere nel prossimo Parlamento?
«Non si imputi a noi la scelta di andare da soli. Ma la decisione è stata presa da Enrico Letta per un calcolo cinico, un calcolo meramente elettoralistico, e forse basato su sondaggi sbagliati, ha pensato che prima con Calenda, Gelmini, Carfagna, e poi con Di Maio, ecc… avrebbe costruito un grande rassemblement, che per me è in realtà un “cartello elettorale” in cui c’è tutto e il contrario di tutto, è un’ammucchiata vera e propria. Pensando che noi non fossimo funzionali, o peggio ancora dandoci per spacciati e, quindi, volendo emarginarci per prendere i nostri voti, Letta ha fatto un calcolo sbagliato, ha commesso un grave errore politico. Poi questa legge elettorale è uno scandalo, va cambiata. Siamo anche per rafforzare gli esecutivi, la nostra proposta è la “sfiducia costruttiva” alla tedesca. Se l’avessimo avuta, Matteo Renzi non poteva, in piena pandemia, opportunisticamente e cinicamente — perché il suo partito non cresceva—, creare una crisi di governo al buio, avrebbe invece dovuto indicare una maggioranza alternativa e non ce l’avrebbe fatta. Ecco cosa significa “sfiducia costruttiva” e non rincorrere modelli come il presidenzialismo che si vuole in modo avventuroso trapiantare in Italia».
Come vede l’appello di Letta al voto utile per il Pd?
«Non bisogna cadere nella mistificazione opportunistica di chi dice che il voto utile sia il voto utile solo a se stesso, trovo tanta arroganza in questa posizione. Noi non lavoreremo con la Meloni, abbiamo un’agenda progressista».
Il reddito di cittadinanza va bene così com’è o bisogna apportare correttivi?
«È una riforma epocale, un sistema di protezione sociale. Su questo non scherzerei: è vergognoso che i politici che vivono da 20-30 anni con 500 euro al giorno si stiano accanendo a fare la caccia ai poveri per togliere loro 500 euro al mese. Il “furbetto del reddito” ci sarà sempre quando ci saranno interventi dello Stato, ma in questo caso è meno dell’1%».
6 settembre 2022 (modifica il 6 settembre 2022 | 23:57)
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Emanuele Buzzi , 2022-09-06 19:35:12 ,