Negli ultimi giorni il Regno Unito è alle prese con la regolamentazione dell’accesso ai contenuti pornografici da parte dei minori, al fine di garantire la sicurezza. Nella giornata di ieri l’Ofcom – l’autorità che regola le comunicazioni nel paese – ha pubblicato una bozza di linee guida relative ai limiti di età per l’accesso ai servizi online che offrono contenuti sessuali espliciti. Il documento rappresenta un ulteriore passo in avanti rispetto all’Online Safety Act, la normativa che richiede alle piattaforme del settore di garantire che i bambini “non siano normalmente in grado di accedere” a contenuti per adulti. E propone la “garanzia dell’età” – attraverso la verifica diretta, la stima dell’età utilizzando la scansione facciale, o una combinazione di entrambi – come soluzione utile per regolamentare l’accesso ai contenuti pornografici, così “determinare correttamente se l’utente è un bambino o meno”.
Secondo quanto riportato da Ofcom, infatti, alcuni studi recenti dimostrano l’età media in cui i bambini vengono introdotti al porno online si aggira attorno ai 13 anni, anche se un buon 27% sembra addirittura aver a che fare con i contenuti per adulti attorno agli 11 anni – e il 10% persino verso i 9 -. Inoltre, come se non bastasse, le ricerche rivelano che ben il 79% dei bambini/ragazzi ha avuto a che fare con contenuti pornografici violenti prima dei 18 anni. Dati inquietanti, che hanno spinto l’Ofcom a trovare subito un rimedio utile per la situazione, rafforzando il sistema di verifica dell’età per accedere al porno. Non a caso, tra le ipotesi proposte dall’organizzazione c’è quella di chiedere agli utenti di acconsentire alla condivisione delle informazioni bancarie per confermare di avere più di 18 anni. A questa si aggiunge poi la verifica attraverso la corrispondenza del volto dell’utente con quello della foto del documento di identità: in questo caso, il documento viene “confrontato con un’immagine dell’utente al momento del caricamento per verificare che si tratti della stessa persona”.
Ma l’opzione più interessante proposta dall’Ofcom sembra essere la “stima dell’età del viso”. Attraverso una scansione facciale, le caratteristiche fisionomiche dell’utente verranno analizzate per stimarne l’età, così da decidere se questo può avere accesso o meno ai contenuti riservati agli adulti. Eppure, nonostante queste soluzioni siano pensate per garantire la sicurezza dei minori, c’è molta preoccupazione riguardo a un’eventuale violazione della privacy. Dal canto suo, l’Ofcom ha dichiarato di aver lavorato a stretto contatto con l’ICO – Information Commissioner’s Office -, organo di controllo della privacy, ma questo non sembrerebbe bastare per placare gli animi dei più critici. “Qualsiasi normativa che imponga a centinaia di migliaia di siti per adulti di raccogliere quantità significative di informazioni personali altamente sensibili sta mettendo a repentaglio la sicurezza degli utenti”, ha commentato Aylo, proprietario di Pornhub, ponendo l’attenzione su una questione alquanto spinosa: cosa si può fare davvero nel settore pornografico? Proteggere i bambini o difendere gli utenti che usufruiscono dei servizi delle piattaforme? O entrambe le cose?
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-12-06 10:23:15 ,