• Si sono chiusi i seggi per le elezioni in Alto Adige e in Trentino
• Lo spoglio è in corso per l’Alto Adige; il Trentino procede al conteggio dei voti lunedì mattina. Qui i risultati in diretta.
• Per la prima volta da tempo, l’esito delle elezioni nella Provincia di Bolzano è tutto fuorché scontato. L’affluenza è però in calo. Qui tutti i dati.
• Nella Provincia autonoma di Trento, il centrodestra punta a una rielezione di Fugatti. Qui i dati
Ore 23:53 – Come sono andati i partiti (con lo spoglio oltre il 50 %)
Sono state scrutinate 288 sezioni su 491 – dunque, siamo a più della metà dello spoglio. E la situazione è questa: la Svp è al 32,88 %; Team K al 10,45%; Stf – Sudtiroler Freiheit – al 9,55%; Verdi 8,29%; Fratelli d’Italia 7,74%; JwA 5,48%; Pd 4,46. La Legaè al 4,1 %.
Come spiegato da Marco Angelucci qui sotto, questo significa che la giunta provinciale Kompatscher-ter parte decisamente in salita, perché la Svp esce decisamente indebolita.
La Lega, cinque anni fa, fu il primo partito di lingua italiana con il 14%: ora si ritrova al 4%, sorpassata da Fdi e addirittura Pd.
FdI si guadagna la prima posizione tra i partiti di lingua italiana con il 7,8%; nel 2018 si fermò al 2,3%.
Il Pd sostanzialmente tiene: scende dal 5,1 al 4,6%.
Crollano sotto l’un percento M5s (0,9) e Forza Italia (0,8).
Nel voto tedesco, alle spalle della Svp, si conferma (ma è in calo) il Team K dell’ex grillino Paul Kollensperger (10,5 contro il 14,2 del 2018).
La SudTiroler Freiheit fondata da Eva Klotz si piazza sul gradino più basso del podio più che raddoppiando il risultato della scorsa tornata elettorale (dal 4,6 al 9,3%).
Bene anche i Verdi che salgono dal 6,6 al 8,8%.
La vera sorpresa è quella dell’ex comandante degli Schutzen Jurgen Wirth Anderlan, che – partendo dal nulla – ha raccolto il 5,3% dei consensi con slogan anti-migranti e no vax.
Ore 23:33 – Intanto, in Trentino
(Marco Angelucci, da Bolzano) In Trentino lo spoglio inizia lunedì mattina: la conferma del governatore uscente, il leghista Maurizio Fugatti, non appare in discussione.
L’unica domanda è se dovrà cercare alleanze con varie liste civiche oppure se avrà i numeri per governare con la coalizione che lo ha sostenuto al primo turno di cui fa parte anche FdI.
Se il trend è quello visto in Alto Adige, dove il partito di Giorgia Meloni ha doppiato il Carroccio, allora Fugatti dovrà attribuire incarichi importanti ai colonnelli di FdI.
Ore 23:25 – Il risultato di Fdi e quello dei secessionisti
(Marco Angelucci, da Bolzano) Dopo mezzo secolo di dominio incontrastato, la Suedtiroler Volkspartei, partito della minoranza tedesca dell’Alto Adige, non potrà più governare da sola.
Dopo cinque anni segnati da scandali e dalla pandemia, l’Svp non ha più i numeri per fare il bello e il cattivo tempo ma dovrà scendere a patti con forze che sono state sempre nemiche. Come Fratelli d’Italia che diventa il primo partito della comunità italiana scalzando la Lega. O come i verdi interetnici eredi di Alexander Langer che sono vicini al 10%.
L’ultimo test prima delle Europee in Trentino-Alto Adige è segnato dalla sfida interna al centrodestra: con Forza Italia che lotta per non scomparire, Lega e Fratelli d’Italia si disputano il ruolo di primo partito in un territorio che è sempre stato federalista. Il verdetto degli elettori è chiaro: il partito di Giorgia Meloni è l’azionista di maggioranza del centrodestra anche in quello che cinque anni fa era un bastione del Carroccio.
Rispetto ad allora le proporzioni si sono invertite: a Bolzano città FdI è il primo partito, la Lega scivola sotto il 10% perdendo quasi venti punti rispetto a cinque anni fa.
Nelle ultime settimane i ministri di FdI sono stati parecchio presenti nelle valli in cui scorazzano lupi e orsi promettendo ai contadini di risolvere il problema dei carnivori che decimano le greggi per convincere la pancia della Svp che il partito che nel simbolo conserva la fiamma tricolore non è quello che 30 anni fa si opponeva all’autonomia. Questo nuovo atteggiamento ha consentito di superare la Lega anche se nel complesso gli italiani sono rimasti a casa: l’affluenza media è stata del 71,5% ma nelle città è crollata al 59%, cinque punti in meno rispetto al 2018.
E così alle elezioni hanno trionfato le liste secessioniste e no vax. Sued-Tiroler Freiheit, il partito erede di Eva Klotz che chiede la riannessione all’Austria, viaggia in doppia cifra. Poi ci sono i no vax di Vita e della lista Jwa dell’ex comandate degli Schuetzen Jurgen Anderlan.
I dati sull’affluenza avevano già dato delle indicazioni significative: il numero di votanti nelle valli era sensibilmente più alto che nei centri urbani dove è concentrata la cittadinanza di lingua italiana che invece ha partecipato molto meno. A metà pomeriggio Marco Galateo di FdI ha lanciato un disperato appello ai bolzanini: «andate a votare».
La Stella alpina, guidata dal presidente uscente Arno Kompatscher, farà fatica a formare una coalizione vista la grande frammentazione che è uscita dalle urne. Non basterà fare un’alleanza etnica con Lega e FdI ma ci vorrà anche un alleato di lingua tedesca. Se un’alleanza con secessionisti e no vax appare improbabile, l’unica soluzione potrebbe essere quindi un’intesa con i Verdi e il Pd: il presidente Kompatscher non è contrario ma la base contadina non ha mai potuto digerire l’impegno dei Verdi contro i pesticidi e per salvare i lupi.
Ore 23:20 – La situazione, ad ora
Quando sono state scrutinate 216 sezioni su 491, la Svp si attesta al 33,01 % dei voti, seguita da Team K (10,47) e Stf (Sudtiroler Freihei) al 9,23%.
I Verdi sono subito dietro, all’8,4%.
Si conferma il sorpasso di Fratelli d’Italia sulla Lega: la formazione guidata da Giorgia Meloni è al 7,95 %, la Lega Salvini Alto Adige è ferma al 4,03 %. Il Pd è al 4,66 %, il Movimento 5 Stelle allo 0,95%.
Ore 23:03 – Fratelli d’Italia supera la Lega, e a Bolzano è il primo partito
Al momento i partiti «italiani» restano indietro, ma c’è da registrare il sorpasso di Fratelli d’Italia sulla Lega, rispettivamente al 7,9% e 3,7%.
Il Carroccio sembrerebbe superato, ad ora, anche dal Pd.
Nella città di Bolzano, dove i dati sono più completi (metà dello scrutinio), Fratelli d’Italia è il primo partito con il 19,2%, con l’Svp al 17,4%.
Ore 22:57 – I primi risultati
Quando sono state scrutinate 154 sezioni su 491 – qui tutti i dati – la Svp è al 32,97 %; team K al 10.83 %, Stf all’8,94%. I Verdi superano FdI: 8,83 % contro 7,85 %. Il Pd è fermo al 4,62 %.
Ore 22:50 – L’affluenza in calo (soprattutto nei comuni a maggioranza italiana)
L’affluenza definitiva, nelle Provinciali in Alto Adige, si ferma al 71,5%, in calo rispetto al 73,9% del 2018. Hanno votato, in tutto, 277.076 persone.
I cali maggiori si registrano nei comuni a maggioranza italiana: a Bolzano si scende dal 64,6% di cinque anni fa al 59% di oggi. A Laives addirittura la differenza è di dieci punti percentuali: oggi sono andati al voto il 57,8% degli aventi diritto, contro il 67,8% del 2018.
La maggiore affluenza al voto è stata registrata a Verano, con l’86,6%, mentre la partecipazione più bassa si è avuta a Merano con il 57,7% (nel 2018, 62,1%).
Ore 22:30 – I primi risultati
Un’ora e mezza dopo la chiusura dei seggi, le sezioni scrutinate sono ancora decisamente pochissime.
Ore 21:50 – L’affluenza è in calo, in Alto Adige
Alle elezioni provinciali in Alto Adige l’affluenza è in calo.
Al momento della chiusura dei seggi, il 71,5% (dato ancora parziale) degli aventi diritto ha espresso il suo voto. Nel 2018 il 73,9% degli altoatesini si recò alle urne.
Ore 21:18 – La volkspartei al bivio
(Marco Angelucci) Fino ad oggi, l’esito delle elezioni in Alto Adige è sempre stato più o meno scontato. Alla vigilia del voto infatti si sapeva già che avrebbe governato l’Svp: ed era anche tutto sommato prevedibile quale partner italiano sarebbe stato cooptato per formare la giunta.
Stavolta invece tutto è possibile: saranno gli elettori a stabilire in che direzione andrà l’Alto Adige nei prossimi 5 anni.
L’Svp, indebolita da scandali e lotte intestine, è in piena crisi. L’uscita di Widmann, che si è portato dietro un pezzo del sistema che ha costruito in 20 anni di politica, rischia di essere il colpo di grazia per il partito di raccolta che ormai non riesce più a rappresentare tutte le anime della società sudtirolese.
La Volkspartei rimarrà il primo partito e avrà così il diritto di formare la giunta: la grande domanda però riguarda le alleanze. Il partito di raccolta guarderà a destra oppure a sinistra? Stavolta la risposta è tutto tranne che scontata, dipenderà dall’esito del voto.
Fino ad oggi infatti la Volkspartei non era disponibile ad allearsi con la destra italiana considerata troppo nazionalista e nemica dell’Autonomia. Dunque l’Svp aveva sempre guardato a sinistra. Cinque anni fa è arrivata l’alleanza con la Lega che, oltre ad essere il partito italiano più votato, offriva solide garanzie in tema di Autonomia.
Oggi il Carroccio non ha la forza di cinque anni fa, a viaggiare con il vento in poppa è Fratelli d’Italia. Il partito della premier Giorgia Meloni, pur conservando nel simbolo la fiamma tricolore, ha conosciuto una vera e propria metamorfosi in relazione all’Autonomia. Il tempo degli slogan «siamo in Italia e si parla italiano» con cui Giorgio Almirante riempiva piazza Vittoria, sembra lontano anni luce. La Fiamma tricolore del terzo millennio è completamente diversa. Nel giorno del suo insediamento Giorgia Meloni ha riconosciuto la necessità di ristabilire le competenze della Provincia «mutilate» dalle sentenze della Corte costituzionale e da allora il governo ha inanellato una serie di provvedimenti pro Autonomia che stanno sciogliendo la diffidenza dell’Svp come neve al sole. La norma di attuazione che consente di derogare alle distanze minime tra edifici, la mancata impugnazione della legge sui grandi predatori, il via libera ai bandi per le centrali idroelettriche.
Il risultato è che una fetta del partito di raccolta, in primis i contadini e l’ala economica, spingono per un’alleanza a destra e anche il presidente Arno Kompatscher ha riconosciuto che il governo si è comportato bene con la Provincia. L’incognita è legata ai numeri: l’Svp riuscirà ad avere la maggioranza assoluta con Lega e Fratelli d’Italia? La risposta l’hanno datai gli elettori.
L’alternativa è un’alleanza con i verdi e il Pd. Sempre ammesso che i verdi riescano ad eleggere almeno un consigliere italiano. In giunta infatti devono essere rappresentati entrambi i gruppi linguistici (le proporzioni devono ricalcare quelle del consiglio) e dunque serviranno due assessori italiani. Se il partito che fregia di essere interetnico dovesse eleggere soltanto persone che si sono dichiarate di lingua tedesca allora non avrebbe alcuna chance. Tanto più che sia i contadini sia gli albergatori non vedono di buon occhio gli ecologisti considerati troppo radicali. Lo stesso ragionamento dei verdi si applica al team K: anche in questo caso la possibilità di sedersi al tavolo delle trattative è legata alla presenza di eletti italiani.
Poi c’è una terza ipotesi che per ora viene soltanto sussurrata nei corridoi. Ovvero il ritorno alle urne. Se la Stella Alpina dovesse uscire troppo indebolita dal voto, l’unica soluzione sarebbe imbarcare in giunta un partito «tedesco». Uno scenario impensabile per il partito che si proclama da sempre unico rappresentante della minoranza sudtirolese. Dunque si tornerebbe alle urne, magari senza Kompatscher. La mossa di Widmann di creare una lista indipendente va proprio in questa direzione. Non a caso il governatore ha puntato tutta la campagna sulla stabilità.
Ore 21:15 – L’affluenza, alle 17
Non ci sono ancora dati sull’affluenza finale nelle due Province: l’ultimo dato è quello delle ore 17, quando a recarsi al voto, nella Provincia Autonoma di Bolzano, era stato il 52,2 % degli aventi diritto (202.508 persone su 387.644 potenziali elettori), in leggero aumento rispetto al 2018.
Sempre alle 17, l’affluenza è stata del 37,15 % nei Comuni della Provincia Autonoma di Trento: dunque solo 164.089 elettori su 441.723 aventi diritto al voto.
Nei comuni della Val di Sole, dove il giovane runner Andrea Papi fu ucciso da un orso, la media di partecipanti è anche superiore alla media, registrando il 41,39 % dei votanti.
Ore 21:12 – Il punto della situazione, in Alto Adige e in Trentino
Il voto per il rinnovo del Consiglio provinciale e per l’elezione del presidente a Trento, oltre che del Consiglio provinciale in Alto Adige, si tiene solo nella giornata di oggi, domenica 22 ottobre.
In Alto Adige la Südtiroler Volkspartei, partito che da sempre rappresenta i cittadini di madrelingua tedesca e che cinque anni fa ottenne il 41,9%, arriva divisa causa lotte interne. Il sistema elettorale proporzionale non prevede l’elezione diretta del presidente: la giunta provinciale si formerà a Consiglio eletto, sulla base di nuove alleanze. L’ipotesi al momento più credibile, dopo cinque anni di governo Svp-Lega, è quella di un clamoroso avvicinamento tra la Volkspartei e Fratelli d’Italia.
In Trentino, in corsa per la presidenza risultano in sette. Il centrodestra ci riprova con il governatore leghista uscente Maurizio Fugatti, sostenuto tra gli altri da FdI e FI. Il M5S scommette, invece, su Alex Marini, mentre Sergio Divina, ex senatore della Lega e tra i fondatori del Carroccio in Trentino, è appoggiato da tre liste. Chiude il centrosinistra, con in testa l’anomala formazione Pd, Avs, Azione e Iv, che punta sull’ex sindaco di Rovereto, Francesco Valduga.
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www.corriere.it
2023-10-22 22:03:29 ,