Il «silenzio» elettorale, una norma diventata finzione- Corriere.it

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Il «silenzio» elettorale, una norma diventata finzione- Corriere.it


di Lorenzo Salvia

La norma è del 1956 e negli ultimi anni è stata violata sistematicamente sui social (e non solo)

L’articolo è il numero 9: «Nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale, la nuova affissione di stampati…». La legge che regolamenta il silenzio elettorale nasce con la nobile intenzione di spegnere per qualche ora la propaganda e consentire ai cittadini di riflettere un po’ il giorno prima del voto.

La norma è del 1956. In calce ci sono le firme di «Gronchi, Segni, Tambroni, Andreotti», più il visto del «Guardasigilli: Moro». E dopo quasi 70 anni, per forza di cose, il mondo è andato da un’altra parte. La propaganda politica non passa più per la «nuova affissione di stampati». Ma per mille altri canali, a partire dai social, che nel 1956 non potevano essere regolamentati semplicemente perché non c’erano ancora. Non sapremo mai se Segni e Tambroni avrebbero deciso di estendere il silenzio elettorale anche a Facebook e Instagram oppure si sarebbero arresi davanti all’impossibilità di governare l’ingovernabile.

Sappiamo bene, invece, che negli ultimi anni questa norma è stata violata sistematicamente, fino a diventare una finzione. Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Beppe Grillo, Piero Fassino: la lista dei politici che, sui social e non solo, hanno aggirato il divieto è serenamente bipartisan. Ed è possibile che anche oggi vada allo stesso…


Author: Lorenzo Salvia
Data : 2024-02-23 21:52:18
Dominio: www.corriere.it
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