In un recente articolo interattivo del New York Times, la critica Amanda Hess ha raccontato, con l’ausilio di diverse immagini, come e quanto la recitazione di Meryl Streep sia secondo lei legata all’uso che l’attrice fa degli occhiali, a quando – e come – li mette, li sposta, li tocca o li toglie.
Dopo un’introduzione sull’importanza degli occhiali nel descrivere certi personaggi o certi loro atteggiamenti e mutamenti (da Superman a Horatio Caine di CSI: Miami), Hess scrive che «metà della recitazione di Streep “è lavoro di occhiali”».
Aggiunge poi che, col tempo, ha iniziato a vedere «gli occhiali sul volto di Streep come una pistola di Chekov», cioè non come una decorazione fine a se stessa ma come uno strumento narrativo che prima o poi sarà usato. Tra gli altri, gli esempi presi in considerazione nell’articolo arrivano dai film Il diavolo veste Prada e The Post, oltre che dalla seconda stagione della serie Big Little Lies (in cui, oltre agli occhiali, Streep armeggia efficacemente anche con una collana). In effetti, si potrebbe anche sostenere che, da grande attrice quale è, Streep sappia usare ogni oggetto o indumento per recitare meglio, e che nella sua lunga carriera abbia avuto modo di farlo con gli occhiali, ma chissà con quanti altri oggetti ancora.
Half of Meryl Streep’s acting is “glasses business.”
“At some point you know they’re coming off, and it’s going to be fabulous,” Amanda Hess writes. https://t.co/mBxf4B51Rn
— The New York Times (@nytimes) July 14, 2022
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di www.ilpost.it 2022-07-18 07:55:48 ,