I trascorsi giudiziari in Italia dell’ex attivista anarchica in carcere a Budapest dallo scorso febbraio: dalle occupazioni alla resistenza a pubblico ufficiale, procedimenti «da corteo» e nessuna condanna definitiva
Ilaria Salis e la militanza. Una vita sulle barricate del mondo antagonista vissuto in prima linea, anche a costo di finire nei guai. I trascorsi giudiziari della 39enne milanese detenuta a Budapest, finita ora al centro di un caso diplomatico internazionale, raccontano un passato da attivista, fatto di manifestazioni, occupazioni, opposizioni agli sgomberi. Una serie di reati e procedimenti giudiziari «da corteo», quelli che caratterizzano il passato della donna. Decine sono le denunce o le identificazioni da parte delle forze dell’ordine per fatti di questo genere, che però non corrispondono ad altrettante condanne, tanto meno a sentenze definitive.
Agli atti risulta una prima condanna irrevocabile per fatti del maggio 2015 a Milano, relativi al reato di «accensioni ed esplosioni pericolose in concorso». Fattispecie giuridica dal nome roboante, rispetto alla sostanza del fatto: lo scoppio di alcuni petardi oltre il perimetro di San Vittore in piena notte. In quella occasione la polizia penitenziaria aveva operato un arresto e formalizzato tre denunce e piede libero. Reato comunque punito con una contravvenzione e la non menzione degli atti nel casellario giudiziale. Altri procedimenti l’hanno vista coinvolta in accuse…
Author: Federico Berni
Data : 2024-02-02 20:22:31
Dominio: www.corriere.it
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