“L’8 marzo? Penso a Ilaria Salis”. Il messaggio di Patrick Zaki per la Giornata internazionale dei diritti delle donne arriva da Venezia a Budapest, nel carcere di massima sicurezza in cui da 13 mesi è reclusa la militante antifascista di Monza, accusata dell’aggressione di tre neonazisti, l’11 febbraio 2023, nella capitale ungherese.
“Ciò che sta succedendo è molto allarmante – prosegue Zaki – Ilaria Salis è stata detenuta in condizioni disumane, il governo italiano dovrebbe fare di più per aiutarla”. “Il momento peggiore della mia vita – ricorda il giovane studioso imprigionato in Egitto per quasi due anni – è stato quando sono stato fermato in aeroporto, non credo che lo dimenticherò mai. Ma se sono qui, se sono stato liberato, è grazie all’impegno della gente italiana. Anche per Ilaria si deve fare di più”, ha concluso Zaki.
La prossima udienza per l’italiana è fissata il 28 marzo. Allora i giudici magiari dovranno anche decidere se concederle o meno i domiciliari in Ungheria. I genitori di Ilaria Salis hanno trovato casa a Budapest per questo. Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio dal punto di vista procedurale “è stata imboccata la strada giusta. Per un anno erano stati chiesti gli arresti domiciliari in Italia, cosa che non era consentita dalla procedura e dagli accordi internazionali”, spiega il ministro. Ora, se saranno ottenuti quelli in Ungheria, “potremmo procedere con una richiesta per la trasformazione degli arresti domiciliari in Italia”, ribadisce Nordio.
Intanto il padre di Ilaria, Roberto Salis, dopo aver ritirato il premio Mimosa d’Argento che l’Arci Primo Maggio di Sieci (Firenze) ha deciso di dedicare all’antifascista, è salito sul palco della dodicesima edizione della Leopolda insieme a Matteo Renzi per rivolgere un appello a Meloni.
“Sul caso di Ilaria Salis voglio siano chiare tre cose – ha detto Renzi – vorrei dire al ministro Tajani che questa vicenda deve essere una priorità come è stata per il nostro governo la vicenda dei marò. Quando il ministro degli Esteri ungherese dice ‘l’Italia non interferisca’, il ministro degli Esteri italiano deve dirgli che abbiamo il diritto e il dovere di interferire quando una nostra connazionale dopo 13 mesi è in queste condizioni di detenzione. Secondo punto, voglio dire al primo ministro ungherese Orban che se lui ha così in disgrazia gli ideali europei lo comprendiamo, non vogliamo forzarlo a rispettare gli standard europei, ma se lui non vuole rispettarli che rinunci ai soldi che i contribuenti italiani stanno dando all’Ungheria. Il terzo punto- aggiunge Renzi- è un appello che faccio al di là dei colori politici: presidente meloni porta a casa Ilaria e noi saremo pronti ad applaudirti, ma portala a casa il prima possibile perché non è possibile che i sovranisti ungheresi si prendano gioco di noi”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-03-08 22:00:51 ,www.repubblica.it