Dino Giarrusso, ex inviato delle Iene, europarlamentare del M5s recordman di preferenze (177mila), all’indomani della sconfitta di Giuseppe Conte sulla presidenza della Commissione Esteri del Senato è uno dei pochi esponenti dei Cinque Stelle a non nascondersi dietro un dito. “Sì Conte ha ragione quando dice che qualcuno non ha rispettato i patti – spiega a true-news.it – ma allo stesso tempo io credo che sarebbe stato opportuno che, prima di candidare una persona che non faceva parte di quella commissione, avessimo verificato se c’erano i voti per eleggerlo”.
La nemesi Craxi
Ettore Licheri, contiano sconfitto nell’urna segreta dalla forzista Stefania Craxi, per Giarrusso “è una persona molto autorevole, che però è stato inserito a forza pur non essendo membro di quella commissione”. Oltre al danno la beffa.
“Il cognome Craxi che scalza uno del M5s è una nemesi”, commenta l’europarlamentare. Che – appunto – è uno che non si nasconde e ammette: “I voti si verificano prima e non dopo: al di là di come ci siamo mossi, il risultato è una cocente sconfitta.
E come ogni sconfitta parte della responsabilità è di chi perde”.
Patti non rispettati
Giarrusso invoca un colpo di reni. E addirittura consiglia ai colleghi parlamentari a Roma e ai vertici del Movimento di considerare l’ipotesi di uscire dal governo. “Conte ha ragione, noi siamo stati sempre leali, il problema è che siamo la prima forza in Parlamento e quando si parla di patti li rispettiamo, mentre gli altri non fanno altrettanto, abbiamo tutte le possibilità per dire che o ci facciamo rispettare oppure usciamo da questo governo.”
Giarrusso ricorda che a incrinare i rapporti con Palazzo Chigi non ci sono soltanto le diverse opinioni sull’invio di armi a Kiev, ma anche temi come il Superbonus.
“L’Europa ha elogiato il Bonus 110% e Draghi ne parla male, perché?”, si chiede l’europarlamentare, che con il suo record di preferenze alle europee del 2019 è la persona più votata nella storia del M5s. “Non nego che parlare con Conte sia difficilissimo, e questo non aiuta”, chiosa con true-news.it.
La notte in Sicilia
Da qui arriviamo al tema delle amministrative e delle regionali in Sicilia del prossimo autunno.
“In Regione possiamo vincere – continua Giarrusso – perché abbiamo un centrodestra che si scanna su tutto, ma io avevo proposto di fare le primarie interne e poi quelle di coalizione con il Pd e con Claudio Fava e non mi è stato risposto né sì né no, in compenso alti esponenti del M5s sui giornali hanno detto che si può trovare un candidato autorevole e deciderlo a tavolino. È la negazione totale della partecipazione e della democrazia diretta, che sono nel Dna del Movimento.
Conte non ha nulla da dire?”.
Il capitolo siciliano è caldo anche sulle amministrative del 12 e 13 giugno. L’europarlamentare di Catania fa di conto: “In Sicilia vanno al voto 126 comuni, solo in 3 comuni è presente la lista con il simbolo del M5s, tra cui Palermo e Messina che sono la prima e la terza città della Sicilia, e c’è solo un candidato sindaco del Movimento, a Scordia”.
Fronda interna
Giarrusso denuncia la presenza, prevista domani, di quattro deputati regionali grillini e del sottosegretario Giancarlo Cancelleri a un evento di un candidato al consiglio comunale in corsa con una lista civica a sostegno del candidato giallorosso Franco Miceli. “Non è normale che cinque onorevoli del M5s vadano a fare un evento con una lista nostra concorrente, allora siamo uniti o ognuno si fa la sua partita?” si chiede l’ex Iena. “Nello Statuto c’è scritto che non si possono avvantaggiare movimenti o partiti politici concorrenti.
Grave mancanza di rispetto verso i nostri candidati, ma da Roma nessuno dice nulla. Qui dobbiamo capire se vogliamo vincere o se si preferisce garantire i gruppetti di amici,” l’attacco finale di Giarrusso.
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Domenico Di Sanzo , 2022-05-20 05:55:16 ,