di Gabriele Niola
Se state ancora leggendo questa è, a grandi linee, l’ambientazione di Crimes Of The Future, il nuovo film di David Cronenberg che torna al suo stile più noto e compone così un film quasi di spionaggio con infiltrati e complotti nel mondo dell’arte moderna futura. Il film si apre con un bambino che gioca in acqua davanti al relitto di una nave che sembra la Costa Concordia, non ci sono dubbi che parliamo del nostro mondo nel futuro, uno in cui i crimini sono quelli che immaginiamo già oggi e che temiamo possano compromettere la vita. C’è insomma una tesi affilatissima (e più complicata di così, qui semplifichiamo per non fare spoiler) e un posizione intellettuale molto accattivante, ma per goderne bisogna farsi forza e schivare per tutto il film una scrittura devastante.
Crimes Of The Future è un film dialogato malissimo e scritto con pigrizia, in cui i personaggi dall’inizio alla fine non fanno che spiegarsi a vicenda fatti e storie personali per spiegarle in realtà a noi del pubblico. Non solo non è il massimo da seguire, ma i personaggi diventano poco interessanti (perché come parlano e cosa dicono è il modo in cui li conosciamo) e rimane anche poco spazio per noi! Cronenberg è così interessato a trasmettere la sua visione e illustrare bene l’architettura della sua idea che non lascia spazio a nessuna interpretazione. Stavolta bisogna solo capire e non partecipare al gioco del film. Talmente tanto che ne risentono gli attori. Se Viggo Mortensen (il protagonista) si difende come può, Léa Seydoux (la sua assistente) è un disastro inespressivo. Solo Kristen Stewart, in un ruolo più defilato, riesce a trovare la forma dei suoi film migliori, finalmente libera dall’incombenza dell’essere star fa il lavoro più duro, tiene cioè insieme spinte opposte dandogli coerenza.
Ma i film di Cronenberg sono da sempre più immagini che recitazione. E in questa storia di superamento dell’umanità tramite quelli che, viene detto ad un certo punto, alla fin fine sono tumori, vediamo tutto l’armamentario di soluzioni e idee visive della carriera di Cronenberg rispolverate per l’occasione. Ogni invenzione è presa da un suo altro film (anche il titolo l’ha già usato), c’è il concorso di bellezza per le interiora di Inseparabili, la tecnologia bioelettronica di eXistenz, le feritoie nel corpo e gli slogan di _Videodrome_…. Crimes Of The Future è la summa di quel filone del suo cinema, in cui viene aggiunto il tassello che mancava, il ruolo cioè dell’arte e quindi, implicitamente, quello di Cronenberg stesso, che di mutazioni, nuova carne ed evoluzione ha sempre fatto la materia delle sue opere.
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www.wired.it
2022-05-24 14:07:01