L’anno scorso, oltre tremila studenti hanno completato il primo corso per ambasciatori informatici. Sulla scia del successo del primo gruppo, il governo del Telangana – che è probabilmente il primo stato indiano ad aver introdotto un progetto simile – ha avviato una seconda edizione con quasi diecimila studenti. Il Telangana conta oltre cinque milioni di studenti in più di 40mila scuole pubbliche.
Partire dai più fragili
Sailaja Vadlamudi, insegnante del corso, spiega che a fronte dell’aumento dei casi di criminalità informatica e con la pandemia che ha ampliato l’accesso agli strumenti digitali dei cittadini, il governo ha deciso di aiutare le persone più vulnerabili, cioè gli studenti delle scuole pubbliche. La docente spiega che il corso prevede l’uso di un linguaggio semplice e comprensibile e analogie con la vita reale, in modo che i bambini possano afferrare rapidamente i concetti.
“Quando abbiamo analizzato le statistiche, ci siamo resi conto che c’è un enorme aumento della criminalità informatica, che prende di mira soprattutto le donne e i bambini – spiega Vadlamudi, che è anche direttore e responsabile di sicurezza e privacy dei dati della società di software gestionali Sap –. Possiamo sempre dare loro gli strumenti, ma alla fine, se le persone hanno la giusta consapevolezza, allora possono diventare l’anello più forte della catena nell’ecosistema di crimini informatici”.
Agli studenti scelti per partecipare al programma vengono anche assegnati dei compiti per aiutarli a capire come gestire i tentativi di truffa, come i link a pagine di phishing o falsi annunci di lavoro. I ragazzi hanno il compito di controllare con attenzione gli indirizzi email e cercare errori ortografici, segnali di una possibile truffa.
Potenziale da valorizzare
In merito ai risultati del programma, Vadlamudi ricorda il caso specifico di una studentessa. Il padre della ragazza aveva ricevuto una telefonata da una persona che si spacciava per il dipendente di una banca, che gli aveva chiesto una password. Prima che la studentessa diventasse una cyber-ambasciatrice, suo padre forse avrebbe condiviso l’informazione con la persona all’altro capo del telefono. L’uomo però sapeva che si trattava di una trappola e si è rifiutato di condividere la password, grazie alla figlia che lo aveva avvertito.
Bruce Schneier, autore ed esperto di sicurezza, sottolinea che il controllo delle truffe informatiche è un compito difficile, perché “questi raggiri prendono di mira i più vulnerabili e i più ignoranti”. Schneier aggiunge che le persone spesso si affidano a terzi – generalmente banche e altre istituzioni finanziarie – per riconoscere le truffe e intervenire.
Detto questo, l’esperto ritiene che il tentativo della polizia del Telangana di coinvolgere i giovani abbia del potenziale: “Penso che sia un’ottima idea – dice Schneier, che insegna anche alla Harvard Kennedy School –. L’alfabetizzazione informatica in genere inizia dai giovani e poi si sposta verso l’alto”.
* In questo articolo vengono citati solo i nomi di battesimo dei minori, a tutela della loro privacy
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di Varsha Bansal www.wired.it 2023-01-23 05:10:00 ,