AGI – Migliaia di persone sono scese in piazza in Polonia dopo il governo conservatore di Varsavia ha fatto sapere che la sentenza della Corte costituzionale sul divieto di aborto è in vigore dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La sentenza ha esteso ulteriormente una legge fra le più restrittive al mondo escludendo l’interruzione volontaria della gravidanza anche in caso di malformazione del feto. “La Corte costituzionale ha presentato una motivazione scritta della sentenza sulla protezione della vita. Conformemente ai requisiti costituzionali, la sentenza è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale”, ha fatto sapere il governo. Nella nota delle motivazioni la Corte ha chiarito che ci sarà un margine con cui il parlamento possa intervenire per apportare qualche modifica ed escludere dall’applicazione della legge i casi di malformazione più gravi, ma la decisione, ma la decisione ha comunque suscitato forti critiche.
La protesta a Varsavia
Il testo è stato pubblicato mercoledì mattina.Dopo l’annuncio del governo, migliaia di persone si sono radunate a Varsavia per protestare con fumogeni, striscioni e bandiere arcobaleno. La manifestazione, iniziata davanti alla sede della Corte costituzionale a Varsavia si è spostata di fronte al quartier generale del partito ultra-cattolico Legge e Giustizia (PiS) al potere. Cortei anche in altre città polacche nonostante le restrizioni legate alle misure anti-Covid.
La pronuncia del 22 ottobre
La Corte Costituzionale, riformata dai conservatori, si era pronunciata il 22 ottobre scorso vietando l’interruzione volontaria di gravidanza in caso di grave malformazione del feto, adducendone la “incompatibilità” con la Costituzione e consentendo di fatto l’aborto solo in caso di stupro o incesto o quando la vita della madre è in pericolo. Ma a seguito delle massicce manifestazioni di protesta il governo aveva finora sospeso la promulgazione della decisione della Corte.Il 28 gennaio la sentenza è stata pubblicata ed è diventata effettiva. La Polonia aveva già una delle leggi sull’aborto più restrittive d’Europa. Attualmente ci sono meno di 2.000 aborti legali ogni anno, secondo i dati ufficiali. Ma le organizzazioni femministe stimano che ogni anno ne vengano effettuati circa 200.000, illegalmente o all’estero.
Un ritardo sospetto
La dilazione nella pubblicazione è stata motivata ufficialmente con il ritardo con il quale sono state inviate le opinioni dei giudici dissenzienti della Corte medesima. In realtà sembra che all’interno del PiS vi erano timori sul fatto che la pubblicazione potesse scatenare nuove proteste, come quelle seguite all’annuncio della sentenza. Alcuni membri del partito contavano inoltre sul fatto che le motivazioni potessero mitigarne la portata, in particolare per quanto riguarda i casi in cui il feto sarebbe condannato a morire dopo il parto a causa di malformazioni letali. Su questi casi interviene la proposta di legge compromissoria presentata dal presidente della Polonia, Andrzej Duda, che tuttavia non ha al momento il sostegno della maggioranza del PiS.