In alcune città in Russia, i funzionari stanno chiedendo donazioni alla cittadinanza per acquistare materiali e attrezzature da inviare alle truppe di invasione nei territori ucraini occupati. L’annuncio della raccolta fondi, riportato dal quotidiano siberiano Taiga Info, è stato pubblicato sui canali social Vkontakte e Odnoklassniki, ma è stato rimosso a seguito della pubblicazione dell’articolo.
L’appello rivolto ai residenti della regione di Novosibirsk chiedeva di “aiutare nell’acquisizione di beni” per il personale militare del reggimento antiaereo, proveniente dalla zona. Nell’annuncio pubblicato sia sui canali social dell’amministrazione, sia in alcune chat, i funzionari hanno chiesto denaro alle persone per acquistare droni, generatori a gas, una motosega, del legname, binocoli a infrarossi e materiale medico militare come i lacci emostatici Cat G7, utilizzati dalle forze Nato.
“I beni possono essere consegnati all’amministrazione del villaggio di Morskoy nei giorni lavorativi” si leggeva nel post, accompagnato da hashtag pro-Putin e pro-guerra.
Secondo i servizi segreti ucraini, diverse intercettazioni hanno sorpreso le truppe russe lamentarsi per la mancanza di equipaggiamento o per l’aver ricevuto materiale non adeguato e usurato. Inoltre, alcuni soldati sono stati registrati mentre chiedevano alle loro famiglie di acquistare e inviare in Ucraina vari dispositivi di protezione, come giubbotti antiproiettile o elmetti.
“Dobbiamo comprare tutto da soli, con i nostri soldi. Non parlo nemmeno di moderne armature ed elmetti: non abbiamo vestiti caldi, né razioni asciutte o kit di pronto soccorso. Tutto l’equipaggiamento con cui combattiamo in Ucraina è di epoca sovietica e le armi si inceppano“ ha dichiarato un (anonimo) soldato al Moscow Times a maggio “chiediamo al comando di fornire almeno qualche protezione aggiuntiva. Loro fanno spallucce”.
In base a quanto riportato dal quotidiano statunitense The Daily Beast, alcuni esperti occidentali credono che la Russia possa avere una carenza di equipaggiamento, dovuta anche all’inasprirsi delle sanzioni occidentali e al perdurare dell’invasione.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2022-07-28 15:18:48 ,