In Svezia il governo vuole abolire l’elemosina per strada. Il governo di centro-destra, guidato dal primo ministro Ulf Kristersson, ha annunciato infatti l’attacco di un’indagine per valutare l’introduzione di un divieto nazionale dell’accattonaggio. Sebbene in alcune zone del paese questa pratica sia già proibita in determinati luoghi, la proposta di un divieto su scala nazionale rappresenta un potenziale punto di svolta per la patria di Olof Palme, un tempo culla di un modello di welfare state all’avanguardia, oggi in profonda crisi.
A volere più di tutti questa misura è il partito di estrema destra Democratici Svedesi (Sd) che sostiene esternamente il governo. Addirittura la creazione di una commissione per valutare l’attuazione di tale divieto era stata inclusa nel cosiddetto “accordo di Tidö” del 2022, il patto con cui i Sd si impegnavano a sostenere l’esecutivo. Linda Lindberg, capogruppo al Riksdag del partito di estrema destra, ha giustificato la proposta affermando che “nei primi anni del 2010, i cittadini dell’Ue hanno iniziato a venire in Svezia in misura maggiore rispetto a prima, tra le altre cose, per chiedere l’elemosina”. Secondo Lindberg, questo avrebbe portato a “conseguenze negative sia per gli individui che per la società”, incluso un presunto aumento della criminalità. Il governo ha già incaricato una commissione, guidata dall’ex magistrato Krister Thelin, di studiare come implementare il divieto entro giugno 2025. L’indagine dovrà valutare varie opzioni, tenendo conto dell’autonomia delle città svedesi che già oggi possono vietare l’accattonaggio in specifiche aree.
La reazione della società civile
Le associazioni che si occupano di persone vulnerabili contestano fermamente questa narrativa. Fanny Siltberg, portavoce dell’organizzazione cristiana Stockholms Stadsmission, ha definito il divieto “un inutile tentativo di spostare il problema rendendo illegale la povertà“. Secondo Siltberg, per ridurre l’accattonaggio occorrono invece “interventi strutturali per ridurre la povertà e le discriminazioni, sia nei paesi d’origine che all’interno dell’Ue“.
La proposta solleva seri dubbi sulla sua legalità. Aida Samani, vice direttrice legale dell’organizzazione per i diritti umani Civil rights defenders, ha avvertito che un divieto nazionale di accattonaggio “molto probabilmente non sarebbe legale“ in quanto violerebbe il diritto alla vita privata e alla libertà di espressione sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla Costituzione svedese. Samani ha annunciato che la sua organizzazione è pronta a presentare ricorso se la legge dovesse essere approvata. La questione sta creando tensioni anche all’interno della coalizione di governo. Il Partito Liberale appare spaccato, con alcuni suoi esponenti che hanno già dichiarato la loro opposizione. La parlamentare liberale Anna Starbrink ha scritto su Facebook che “non si può impedire alle persone bisognose di chiedere aiuto“.
Il fenomeno
Come riporta Il Post, il governo svedese sostiene che l’accattonaggio sia aumentato drasticamente dal 2010, con l’arrivo di cittadini europei che si spostano appositamente in Svezia per mendicare. Tuttavia, questa narrativa è contestata da dati recenti. L’edizione svedese del giornale online The Local riporta una tendenza opposta: una significativa riduzione del numero di mendicanti nelle strade svedesi negli ultimi anni. Questo calo sarebbe attribuibile a due fattori principali: l’impatto della pandemia di Covid-19 e la progressiva transizione verso una società quasi cashless. Alla luce di queste informazioni contrastanti, il piano del governo appare più come una risposta a preoccupazioni politiche e percezioni pubbliche che a una reale emergenza sociale. La discrepanza tra la retorica ufficiale e i dati riportati solleva interrogativi sulle reali motivazioni dietro la proposta di legge. Come sottolineato dal quotidiano britannico The Guardian, l’accattonaggio “non è più una questione così scottante per i cittadini svedesi come lo era un decennio fa”.
Il dibattito si estende anche al ruolo della Svezia nell’Unione Europea. I Moderati, principale partito di governo, hanno proposto di limitare la libertà di movimento all’interno dell’Ue per coloro che viaggiano con l’unico scopo di mendicare. Tomas Tobé, candidato di punta dei Moderati, ha dichiarato: “Non credo che la libera circolazione debba essere usata in questo modo, per andare in giro per l’Europa a mendicare”. Tale proposta richiederebbe modifiche sostanziali ai trattati europei sulla libera circolazione, uno dei pilastri fondamentali dell’Unione. Tobé ha suggerito che la polizia dovrebbe avere il potere di espellere i cittadini dell’Ue che arrivano in Svezia con l’unico scopo di chiedere l’elemosina.
I precedenti
La questione del divieto di accattonaggio ha una storia complessa in Svezia. Già nel 2018, diverse municipalità avevano inserito bandi locali, aprendo un acceso dibattito legale e politico. Il comune di Vellinge fu il pioniere, giustificando il divieto con presunti disturbi all’ordine pubblico. Dopo vari ricorsi, la Corte Suprema Amministrativa confermò la legalità del provvedimento nel dicembre 2018, creando un importante precedente. Sulla scia di questa decisione, nel 2019 altre città come Staffanstorp e Katrineholm seguirono l’esempio. Tuttavia, non tutte le iniziative locali hanno avuto successo: ad Eskilstuna, per esempio, il tentativo di introdurre un sistema di permessi per l’accattonaggio fu respinto dall’autorità regionale. Questo mosaico di regolamenti locali ha alimentato il dibattito sulla necessità di una legge nazionale uniforme, di cui l’attuale proposta del governo sembra essere il culmine.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-10-02 14:59:24 ,