“Non distruggete la vita per imprudenza”. Uno dei passaggi più toccanti del messaggio di fine anno del presidente Mattarella è stato quello dedicato ai giovani, sempre più spesso vittime di incidenti stradali mortali. Un tema finito sotto i riflettori negli ultimi mesi anche per alcuni episodi di cronaca particolarmente drammatici. Ma quali sono gli ultimi dati sui fatti di sangue sulle strade?
L’ultimo rapporto Aci-Istat, riferito al primo semestre del 2022, descrive una situazione in peggioramento rispetto all’anno precedente. Naturalmente è l’effetto di una ripresa della mobilità rispetto ai periodi più cupi della pandemia. Nel periodo gennaio-giugno 2022, comunque, ci sono stati 81.437 incidenti stradali con lesioni alle persone con un aumento pari al 24,7 %. I feriti sono stati 108.996 (+25,7 %) e i decessi 1.450 (+15,3%).
L’incremento è ancora più netto rispetto al primo semestre del 2020, quando le chiusure furono ancora più rigide: incidenti +64,3 %, feriti + 63, vittime +43,2.
Se invece confrontiamo la situazione del 2022 con il primo semestre del 2019 (cioè un periodo pre-Covid) si nota che i risultati sono incoraggianti: -2,6% di incidenti, -6,8 di feriti, -5,5% di deceduti. A conferma di un trend positivo nel lungo periodo. Un trend confortante che però non riguarda i giovani.
Entriamo nel dettaglio con i dati del 2021. In termini assoluti, il numero più alto di vittime si registra nelle fasce 45-59 anni e 20-24 anni per gli uomini, tra i 70 e gli 84 anni e 20-24 anni per le donne. I più giovani, però, registrano l’aumento più consistente rispetto al 2020: la crescita è del 41,7% tra i 15-19 anni e del 34,9% per quella 25-29, seguite dai 40-49-enni (+31,5%).
Un fenomeno certo non solo italiano. Oggi nell’Unione Europea gli incidenti stradali in un range d’età 18-24 anni causano nel 64% dei casi la morte del guidatore o del passeggero al suo fianco, rispetto al 44% nella gente complessiva.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-01-01 04:12:46 ,www.repubblica.it