«Siamo fortemente impegnati a riportare l’inflazione verso il basso, e ci stiamo muovendo rapidamente». Il presidente della Federal reserve manda subito, ai senatori della commissione Banking, Housing, and Urban Affairs il suo messaggio. La sua audizione semestrale al Congresso è per lui occasione per ribadire che, in questa fase, l’obiettivo prioritario riguarda la dinamica dei prezzi. Anche perché, ha aggiunto, «ulteriori sorprese potrebbero essere in serbo», al punto che il ritmo dei rialzi dei tassi potrebbe essere accelerato.
L’attività economica appare sostenuta, e questo permette alla Federal reserve di concentrarsi sul contenimento del costo della vita. «La spesa per i consumi resta forte», ha detto Powell, e il mercato del lavoro resta robusto: «La disoccupazione è vicino ai minimi da 50 anni, i posti vacanti ai record storici, l’occupazione è cresciuta a un ritmo di 408mila posti di lavoro al mese». I progressi sono inoltre «ad ampio raggio», con una «domanda di lavoro molto forte», alla quale si accompagna però – e questo può essere un problema per chi ha il compito di tenere sotto controllo l’inflazione – un’offerta «contenuta» (le retribuzioni potrebbero salire oltre la produttività). È vero anche che gli investimenti hanno rallentato, ha aggiunto Powell, e così l’attività edilizia: è un effetto, però, di più alti tassi di interesse.
Il problema è dunque l’alta inflazione. «Impone notevoli difficoltà, soprattutto per coloro che sono meno in grado di affrontare i costi più alti di beni essenziali come gli alimentari, la abitazione, i trasporti». I tassi continueranno quindi a salire, a un ritmo – ha confermato Powell – che dipenderà dai dati in arrivo, ma che potrebbe accelerare, ha poi aggiunto in un secondo momento, sulla base dei dati più recenti. Anche perché «avere una politica monetaria appropriata, in un ambiente incerto, richiede il riconoscimento del fatto che l’economia spesso evolve in modi inattesi. L’inflazione ha sicuramente sorpreso verso l’alto, l’anno scorso, e altre sorprese potrebbero essere in serbo». La Fed è anche consapevole di dover «evitare di aggiungere incertezza», ma continua a escludere – di fatto – forme di forward guidance che possano plasmare meglio le aspettative.