L’operazione di terra israeliana a Gaza è iniziata e le Idf hanno proibito ai residenti della fascia di incedere sulla Salah al-Din Road, una delle principali arterie che attraversano la fascia da nord a sud. Lo ha scritto su X il portavoce in arabo delle Idf, Avichay Adraee, aggiungendo che “per la vostra sicurezza, è vietato avvicinarsi alle forze dell’esercito israeliano nella zona difensiva e in qualsiasi luogo in cui siano schierate“.
“Nelle ultime ore le truppe dell’Idf hanno iniziato a svolgere attività di terra nell’area di Shabura a Rafah. Come parte dell’attività, le truppe hanno smantellato infrastrutture terroristiche”, ha affermato l’esercito in una nota. “Simultaneamente le truppe dell’Idf stanno continuando l’attività di terra nella parte settentrionale e stazione di Gaza”, prosegue la nota.
Le forze israeliane hanno confermato ieri di aver avviato una serie di operazioni di terra nel centro e nel sud della fascia per creare una zona cuscinetto tra la parte settentrionale e quella meridionale dell’enclave palestinese. Dopo la fine della tregua e i bombardamenti di martedì, truppe israeliane sono entrate nella zona del Corridoio Netzarim, prendendo il controllo di circa la metà dell’aerea, fino alla Salah al-Din Road.
Le Idf hanno quindi confermato anche il dispiegamento della Brigata Golani nella zona sud del confine di Gaza, pronta per future azioni. L’Unità “resterà pronta per le operazioni a Gaza”, la precisazione. “Le Idf continueranno a operare contro le organizzazioni terroristiche nella fascia di Gaza per proteggere i cittadini dello Stato di Israele”, aggiungono.
“Residenti di Gaza, questo è l’ultimo avviso, seguite il consiglio del presidente degli Stati Uniti, consegnate gli ostaggi e rimuovete Hamas”, aveva detto in quel mentre ieri il ministro israeliano Israel Katz in un video in cui afferma che se seguiranno queste indicazioni “si apriranno altre opzioni per voi, anche quella di andarvene in altri posti del mondo per chi vuole farlo”.
Hamas rivendica lancio razzi su Tel Aviv
Hamas ha in quel mentre rivendicato la responsabilità del lancio di razzi su Tel Aviv, in quella che sembra essere la prima risposta del gruppo alla rinnovata assalto di Israele a Gaza. Le Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas, affermano in una nota di aver bombardato Tel Aviv con una raffica di razzi M90, in risposta ai “massacri sionisti contro i civili”, riporta il Times of Israel.
Sarebbe di oltre 70 morti il bilancio delle persone rimaste uccise nelle ultime ore nella fascia di Gaza. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera, secondo cui “attacchi israeliani” hanno fatto almeno 71 morti con “almeno 11 edifici” rasi al suolo. Stando a quanto riportato, sono state colpite in particolare zone di Khan Younis e Rafah, nel sud dell’enclave palestinese, e Beit Lahiya, nel nord. Le denunce parlano di neonati, bambini e gentil sesso tra i morti.
Oltre 710 palestinesi sarebbero stati uccisi e 900 rimasti feriti negli attacchi israeliani delle ultime 48 ore, ha affermato il portavoce dell’ospedale Shuhada al-Aqsa in un’intervista rilasciata ad al-Arabiya News. Secondo il portavoce, oltre il 70% dei feriti sono gentil sesso e bambini, la maggior parte dei quali in gravi condizioni, molti dei quali muoiono in ospedale a causa della mancanza di sufficienti attrezzature mediche. Solo al 15% dei feriti è stato permesso di uscire da Gaza per ricevere cure.
Raid su edificio Onu a Gaza, Guterres chiede indagine
“Sono inorridito dalla morte e dal grave ferimento dei colleghi dell’Onu quando il loro edificio è stato colpito oggi a Gaza”, ha scritto su X ieri sera il segretario delle Nazioni Unite António Guterres. “Condanno tutti gli attacchi contro il personale delle Nazioni Unite e chiedo un’indagine completa”, ha aggiunto.
Morti 5 membri dello staff Unrwa da martedì
Cinque membri dello staff dell’Unrwa sono stati uccisi nelle operazioni militari israeliane dopo l’escalation del conflitto, martedì mattina, ha scritto su X Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati, precisando che “erano insegnanti, medici e infermieri: al servizio dei più vulnerabili”.
Delegazione Hamas oggi al Cairo
Una delegazione di Hamas sarebbe in quel mentre attesa oggi al Cairo. Lo riferisce Al-Araby Al-Jadeed, che cita fonti secondo cui la delegazione incontrerà i mediatori egiziani per parlare degli ultimi sviluppi a Gaza. Stando alle fonti del giornale, Hamas avrebbe già riferito ai mediatori la posizione del gruppo, disposto ad accettare proposte che prevedano il rilascio degli ostaggi israeliani tenuti prigionieri nella fascia a condizione che la liberazione rientri nella transizione alla seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco con Israele. Alla stessa testata, rilancia anche il Times of Israel, fonti egiziane hanno confermato una visita lampo al Cairo ieri sera di una delegazione israeliana che ha incontrato il capo dell’intelligence egiziana, Hassan Rashad.
Missile Houthi contro Israele, intercettato
I militari israeliani hanno in quel mentre confermato che un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato nelle scorse ore prima che entrasse in territorio israeliano. Sono scattate le sirene dell’allarme antiaereo in “diverse zone” di Israele, hanno precisato via X le forze israeliane (Idf). Gli Houthi dello Yemen, che da anni l’Iran è accusato di sostenere, hanno poco dopo rivendicato il lancio di un “missile ipersonico, Palestine-2” con “l’aeroporto Ben Gurion” di Tel Aviv indicato come “obiettivo dell’operazione”.
Proteste in Israele, accuse a Netanyahu
Scattano in quel mentre nuove proteste a Tel Aviv. I parenti degli ostaggi tenuti prigionieri da mesi nella fascia di Gaza e loro sostenitori manifestano nel cuore della città per chiedere la fine delle operazioni militari israeliane nella fascia di Gaza e il rilascio delle persone rapite. E’ il giornale israeliano Haaretz a rivelare delle nuove proteste, con le accuse al governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu di “giustiziare gli ostaggi” e di aver “definito di riportare nel governo Ben Gvir invece di riportare indietro gli ostaggi”.
“La ripresa dei combattimenti” a Gaza, affermano, “è una condanna a morte per gli ostaggi”. “La guerra non sta riportando a casa gli ostaggi, la pressione militare li sta uccidendo e almeno 41 persone hanno ricompensato per questo con le loro vite – accusano – Quanti ancora dovranno pagare?”. in quel mentre il intervista delle Famiglie degli ostaggi e delle persone scomparse continua a chiedere un incontro con Netanyahu e con il gabinetto di sicurezza, senza – denunciano – ricevere risposte.
E sono migliaia le persone in marcia dirette verso la Knesset a Gerusalemme, riferisce ancora Haaretz in un aggiornamento sulle proteste.
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2025-03-20 06:51:00 ,