Oramai è evidente: Instagram e TikTok sono le piattaforme preferite dagli utenti per consultare notizie di attualità e approfondimenti di ogni genere. Lo conferma il Digital News Report di Reuters Institute, secondo cui 1 adulto su 5 sotto i 24 anni utilizza TikTok come fonte di notizie. Una tendenza che sembrerebbe dipendere dal desiderio di interagire con contenuti “più accessibili, informali e divertenti, spesso forniti da influencer piuttosto che da giornalisti”. Non è un caso, infatti, che testate note come il New York Times e il Washington Post abbiano visto crescere il loro pubblico digitale, mentre altre si siano ritrovate a doversi confrontare non solo con un calo del traffico dai loro account social, ma anche con un disinteresse aumentato degli inserzionisti, che preferiscono investire nell’attività dei creator.
Eppure, da un certo punto di vista, è evidente che la trasformazione del panorama giornalistico sia una risposta del settore per adattarsi allo sviluppo della tecnologia e alle preferenze del pubblico. Ma se questo si traduce da un lato in un ecosistema mediatico diversificato, dall’altro rischia di sprofondare in un’attività giornalistica di bassa qualità. “Internet rende possibile una maggiore quantità di contenuti e consente di raggiungere tutti i tipi di persone. Ma fa anche diffondere la disinformazione”, ha commentato al Washington Post Jay Rosen, professore associato di giornalismo alla New York University. Negli ultimi mesi, infatti, stanno diventando sempre più numerosi i creator che cercano di creare un pubblico basato sull’indignazione. È accaduto lo scorso anno, quando l’attore Johnny Depp ha citato in giudizio l’ex moglie Amber Heard per diffamazione e subito TikTok, Instagram e YouTube si sono popolati di contenuti pro-Depp – condivisi con il solo scopo di incrementare i guadagni dei creator, e non solo.
Questa storia dimostra bene come le notizie condivise sui social non siano sempre valide e veritiere. “Internet può essere un luogo molto pericoloso per le notizie se non viene utilizzato in modo responsabile”, ha raccontato Tommy Marcus, creator che gestisce un profilo di informazione da oltre 1 milione di follower con il nome Quentin Quarantino. Eppure, nonostante questo, ci sono moltissimi creator che hanno intrapreso questa strada, pur non vivendo una vita facile sulle piattaforme. Al lancio di Threads, per esempio, Adam Mosseri ha pubblicamente dichiarato che non vuole che Instagram diventi un luogo dedicato all’informazione e alle notizie. E Snapchat, TikTok e YouTube non hanno fatto nulla per incentivare l’attività di questi creator. Nonostante tutto, il pubblico ha scelto: le piattaforme social sono i nuovi quotidiani, perché dirette e di facile accesso. Ma soprattutto perché in grado di veicolare contenuti complessi in modo semplice, anche – e soprattutto – attraverso l’uso di immagini.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-10-31 16:27:19 ,