Author: Pierluigi Frattasi
Data : 2024-12-24 10:34:00
Dominio: www.fanpage.it
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Studenti napoletani dell’Istituto Archimede in gita a Venezia per un ballo in maschera insultati in strada con cori razzisti. La preside a Fanpage.it: “Ragazzi rimasti scioccati”. Fortini: “Pessimo messaggio di razzismo”
«Insulti razzisti e omofobi contro i miei studenti in gita a Venezia per un ballo in maschera. Gli hanno detto ‘napoletani e terroni di merda, tornate a casa vostra’. Le ragazzine vestite da dame apostrofate con epiteti volgari: tr*ie, non vi vogliamo. Siamo andati via scioccati. Noi siamo andati a Venezia per fare una esperienza culturale, remunerato B&B e consumato nelle pasticcerie e gelaterie locali. I nostri studenti sono tutti bravi ragazzi, perché devono aver vissuto questa esperienza così mortificante? Non ci era mai capitato ai balli in maschera precedenti, né a Parigi né in Turchia».
È l’amaro sfogo a Fanpage.it della professoressa Rori Stanziano, dirigente scolastica dell’Istituto superiore Archimede di Ponticelli, nell’area orientale di Napoli, di cui fanno parte gli studenti insultati. L’ “Archimede” è un istituto tecnico superiore, turistico, geometra, ragioneria, grafica e liceo artistico. È la scuola di Santo Romano, il calciatore di 19 anni barbaramente ucciso con un colpo di pistola al petto la notte tra l’1 e 2 novembre scorsi a San Sebastiano al Vesuvio. «Santo, essendo un calciatore professionista, frequentava da noi le scuole serali – dice la dirigente scolastica –. E la sua morte è stato un momento terribile per tutta la comunità scolastica».
La preside ha comunicato l’episodio all’assessore regionale alla Scuola, Lucia Fortini, che a Fanpage.it spiega: «Mi ha chiamata ieri e mi ha informata. Questi episodi non devono essere percepiti come uno scontro Nord-Sud. Mi dispiace che per alcuni (sempre troppi!) dementi, passi un messaggio di razzismo e che dei ragazzi e ragazze che stavano partecipando a una gita, divertendosi ed emozionandosi, siano stati trattati male, perché in questi casi, rimane il ricordo più brutto e non la bella esperienza. E non se lo meritavano».
Preside, come è nata l’idea dei balli in maschera per i suoi studenti?
Io dirigo una scuola superiore di periferia est di Ponticelli. I nostri studenti provengono in gran parte dai rioni circostanti, Rione Incis, Casalnuovo, Volla, dove ci sono pochi centri di aggregazione giovanile. La mia scuola aperta dalle 7,40 alle 22, per il serale. Io spesso mi trattengo a scuola, perché amo il mio lavoro e questi ragazzi mi danno di più. Oltre all’attività educativa ordinaria, noi lavoriamo costantemente per il riscatto sociale e per il contrasto alla povertà educativa. Proprio per questo motivo, tra i vari corsi finanziati ne abbiamo fatto nascere uno di avvicinamento alle danze importanti, perché Napoli è stata capitale europea e del Sud, e lo è ancora per la cultura, storia, arte. L’obiettivo è di trasmettere ai ragazzi garbo, educazione e rispetto della danza. Abbiamo già partecipato a balli storici in Turchia e Parigi. La settimana scorsa abbiamo sicuro di andare a Venezia, per partecipare ad un ballo storico, su invito dell’Associazione “Borbone si nasce”, presieduta da Laura Esposito.
Chi ha partecipato alla gita?
C’erano una ventina di studenti, tra i 14 e i 18 anni. Un gruppo eterogeneo, dal primo al quinto anno, di diversi indirizzi. Abbiamo sicuro di noleggiare 2 van da 9 posti per il viaggio, per risparmiare e non gravare sulle famiglie. C’erano i ragazzi del liceo turistico e volevo che visitassero Venezia e capissero che significa entrare in un grande hotel, come quello a 5 stelle al centro di Venezia, dove si è tenuto il ballo, con sale affrescate dal Tiepolo. Noi invece abbiamo pernottato in un B&B.
Che è episodio, poi, il giorno degli insulti?
Attorno alle 17,30, siamo partiti dal B&B già truccati per il ballo. Era l’imbrunire e avevamo in mano delle lanternine a led. La sfilata aperta da due maschietti, accompagnati dalle dame. Uno era vestito da Re Ferdinando di Borbone, con pantaloni bianchi alla zuava negli stivali e giubba rossa con le medaglie. L’altro, un ragazzino di 14 anni, in seconda posizione, aveva un frac. Le ragazze indossavano abiti da dama, con crinolina, coroncina, guantini e ombrellino. Già durante la sfilata sono partiti però cori razzisti da parte di ragazzini della stessa età dei nostri.
Perché siete stati presi di mira, secondo lei?
Probabilmente hanno ascoltato subito che l’accento non era di Napoli e hanno iniziato a prenderci in giro pesantemente.
Cosa vi hanno detto?
Continue battute di questo tenore: ‘Napoletani di merda, gay, ma che vogliono questi froci’. Mentre le ragazze vestite da dama, con abiti larghi, sono state insultate con frasi del tipo: ‘Troie, tornate al loro paese. Io ho detto ai ragazzi fate finta di nulla e sorridete. La scena si è ripetuta all’uscita. Nuovamente fermati sempre con epiteti: ‘terroni di merda, tornate a casa vostra, non vi vogliamo’. Noi dicevamo agli studenti non rispondete. Ma siamo rimasti scioccati da questo squallido comportamento. I miei ragazzi sono così bravi, che quando abbiamo lasciato i B&B, hanno lavato e lasciato tutto pulitissimo. Non è giusto essere trattati così.
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Pierluigi Frattasi , 2024-12-24 10:34:00 ,