Per rispondere alla domanda, il gruppo di ricerca ha innanzitutto creato un campo da calcio virtuale personalizzato, nel quale ha addestrato due giocatori virtuali utilizzando un algoritmo di intelligenza artificiale (il Deep Reinforcement Learning). Il campo virtuale è stato poi riprodotto con caratteristiche il più possibile simili nella realtà: sia nell’ambiente simulato che in quello reale, il campo da calcio misura 5 metri in lunghezza e 4 in larghezza, e presenta due porte con un’apertura di 0,8 metri ciascuna. Per il campo reale, i ricercatori hanno hanno fatto giocare (in un one-versus-one) due piccoli robot umanoidi, alti poco più di 50 centimetri e dotati di 20 articolazioni i cui movimenti possono essere controllati. “Abbiamo allenato gli agenti in simulazione – scrivono gli autori – e li abbiamo trasferiti al robot, dimostrando che il trasferimento da simulazione a realtà è possibile anche per robot a basso costo”. Infatti, si legge ancora nell’articolo, i robot reali si sono dimostrati capaci di anticipare i movimenti della palla, bloccare appositamente con il proprio corpo i tiri dell’avversario, rialzarsi dalla cadute.
Oltre le aspettative
Non solo. I robot sono anche stati messi alla prova per verificarne la stabilità e la prontezza di riflessi, se così si può dire. Certamente, quello che si può dire è che hanno mostrato un’ottima performance anche in questo caso, rialzandosi prontamente dopo gli spintoni subiti, come si vede in questo video.
“Nonostante i robot siano intrinsecamente fragili ”si legge ancora nell’articolo “minime modifiche all’hardware insieme alla regolarizzazione di base del comportamento durante l’addestramento hanno consentito ai robot di imparare movimenti sicuri ed efficaci, pur continuando a funzionare in modo agile e dinamico”. I risultati, secondo i ricercatori, hanno superato ciò che ci si aspetterebbe intuitivamente dall’hardware utilizzato. E chissà se stanno già pensando di mettere in campo un robot, magari di dimensioni maggiori, contro un giocatore umano.
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di Sara Carmignani www.wired.it 2023-05-03 15:04:06 ,