Nonostante l’intelligenza artificiale generativa (GenAI) abbia avuto una grande copertura mediatica, molte aziende non pensano che tecnologie come ChatGPT possano portare nell’immediato a miglioramenti dei loro profitti. In un recente sondaggio del Boston consulting group (Bcg) – che Wired ha potuto visionare in anteprima – e che è stato presentato al World economic forum di Davos, la società americana di consulenza strategica ha classificato le aziende in due categorie. I “vincenti” hanno già riconosciuto il potenziale dell’IA, mentre gli “osservatori” preferiscono ancora attendere.
I risultati della ricerca, basati su oltre 1.400 dirigenti intervistati, rivelano che oltre il 90% dei manager sta adottando un approccio cauto, attendendo che l’intelligenza artificiale generativa superi la fase dell’entusiasmo iniziale prima di implementare questa tecnologia su larga scala. Il problema è che il treno dell’innovazione passa una volta sola. “Quando la tecnologia cambia così rapidamente l’opzione di attendere per osservare l’evoluzione delle cose può risultare allettante. Tuttavia le aziende ”vincenti” stanno già mettendo in pratica esperienze, acquisendo conoscenze e sviluppando progetti su vasta scala,” ha affermato Christoph Schweizer, amministratore delegato di Bcg, sottolineando il fatto che non c’è tempo da perdere.
I ricercatori di Bcg ne sono convinti:“Se il 2023 è stato l’anno in cui l’intelligenza artificiale è stata democratizzata, il 2024 è l’anno in cui la GenAI avrà un impatto sulle aziende”. E infatti il 71% dei manager intervistati nel sondaggio afferma di voler aumentare gli investimenti tecnologici della propria azienda nel 2024, rispetto al 60% del 2023, e una percentuale ancora maggiore (85%) afferma che aumenterà la spesa per AI e GenAI nel corso dell’anno in corso. Il problema rilevato da Bcg, tuttavia, risiede nel fatto che, sebbene l’aumento degli investimenti sia promettente, “la maggior parte delle organizzazioni non sta facendo abbastanza per realizzare tutti i vantaggi dell’intelligenza artificiale”. Bisogna considerare che molti dirigenti intervistati dall’azienda di consulenza hanno espresso insoddisfazione per i progressi della propria organizzazione in materia di intelligenza artificiale e GenAI. Le sfide più importanti riguardano la carenza di talenti e competenze (62%), priorità di investimento poco chiare (47%) e l’assenza di una strategia per un’intelligenza artificiale responsabile (42%). Finora solo il 6% delle aziende è riuscita a formare più del 25% del proprio personale sugli strumenti GenAI, mentre il 45% dei manager di alto livello afferma di non avere ancora linee guida o restrizioni sull’uso dell’IA e della GenAI sul lavoro.
C’è invece chi si sta rimboccando le maniche. Le imprese che pianificano di investire oltre 50 milioni di dollari in AI e GenAI nel prossimo anno “hanno una probabilità aumentata del 30% di ottenere risparmi sui costi nel 2024 rispetto ai loro concorrenti e una probabilità del 50% superiore di realizzare risparmi superiori al 10%”. Secondo Bcg queste aziende non dovrebbero limitarsi ad incassare questi risparmi. Ma dovrebbero reinvestirli in formazione del personale e ricerca sull’AI. La maggior parte dei dirigenti, infatti, riferisce che solo dall’1% al 10% dei propri dipendenti è attualmente formato sugli strumenti GenAI. “Questo approccio proattivo al reinvestimento dovrebbe essere la stella polare di ogni azienda nella sua pianificazione strategica”.
Secondo Bcg, per avere successo nell’utilizzo di GenAI, sarà importante prestare attenzione anche ai costi di utilizzo della nuova tecnologia. Attualmente, solo il 19% dei dirigenti considera i costi come la principale preoccupazione nella scelta di soluzioni AI e GenAI. Tuttavia, data la rapida diffusione che si prevede avranno questi strumenti in sempre più settori, le aziende devono prepararsi a un rapido aumento dei costi. Inoltre, anche l’adozione e la conoscenza dei principi dell’AI responsabile (Rai) giocherà un ruolo chiave per le aziende. La moltitudine di meccanismi e regole che stanno già emergendo per quanto riguarda l’utilizzo dell’AI può essere difficile da comprendere anche perché le leggi variano per giurisdizione e portata. Per questo motivo, secondo Bcg, le organizzazioni con manager coinvolti in iniziative Rai su temi come correttezza, equità, privacy, trasparenza e responsabilità, e che sapranno comprendere queste istanze, otterranno “il 58% in più di vantaggi per il proprio business rispetto a quelle che non saranno coinvolte”.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-01-16 11:29:35 ,