I social network stanno vivendo un’invasione di contenuti horror generati con l’ausilio di programmi di intelligenza artificiale. Tra immagini disturbanti e video ad alto impatto emotivo, alcuni canali stanno catturando l’attenzione di migliaia di utenti con visualizzazioni in costante crescita. La combinazione di effetti visivi realistici e tematiche oscure ha creato una sorta di nuova estetica dell’orrore, alimentata proprio dalla creatività senza limiti offerta dagli strumenti digitali con AI. Il fenomeno non è circoscritto a un solo profilo: ogni giorno spuntano nuove pagine che sfruttano software capaci di produrre foto e clip estremamente dettagliate, spesso esplorando i confini tra il eleganza del macabro e il proibito. Scenari splatter, con effetti estremamente espliciti, stanno popolando soprattutto TikTok e Instagram. In questo contesto, oltre alla rappresentazione della paura, si inseriscono anche contenuti osé e provocatori, spingendo molti a interrogarsi sull’uso di questi strumenti in mano a creatori anonimi e senza regolamentazioni chiare.
Come creare i contenuti con AI per i social
Le creazioni generate non si limitano a riprodurre fantasmi o mostri, ma scavano nell’immaginario più oscuro dell’essere umano. L’automazione creativa, con le sue capacità di combinare e reinterpretare dati visivi, permette infatti di creare materiale che un sguardo umano avrebbe difficoltà a concepire. Si va oltre il semplice effetto speciale di un film horror tradizionale: le rappresentazioni grafiche non conoscono confini di fantasia o censura. Dal punto di vista tecnico, i programmi di intelligenza artificiale utilizzati per creare questi contenuti si basano su tecnologie di machine learning e modelli generativi allenati su grandi quantità di dati visivi, permettendo alla macchina di apprendere le caratteristiche delle immagini e produrre contenuti che sembrano verosimili. La disponibilità di questi strumenti, come DALL-E o Stable Diffusion, ha permesso anche a creatori non professionisti di generare materiali sempre più realistici, con il rischio di confondere i confini tra arte, intrattenimento e contenuti disturbanti.
Il successo di canali come ai.word e di altri account simili evidenzia non solo la mezzaluna popolarità del genere horror, ma anche l’enorme potenziale dell’intelligenza artificiale applicata alla produzione di immagini e video. Per ora i contenuti sono di tendenza, ma la mancanza di una supervisione chiara sui materiali pubblicati solleva interrogativi su quanto possa spingersi oltre questa tendenza senza violare il confine tra intrattenimento e pericolosa esposizione a temi inadatti.
Il dibattito sull’intelligenza artificiale sui social
La nuova ondata di lavori sta suscitando dibattiti, soprattutto riguardo al controllo e alla sicurezza su piattaforme frequentate da utenti di tutte le età. Mentre alcuni vedono queste creazioni come una forma innovativa di arte digitale, altri temono le conseguenze di una proliferazione incontrollata di immagini violente e disturbanti. Le politicy di moderazione delle piattaforme non sembrano sempre pronte a gestire l’evoluzione così rapida di questo tipo di contenuti, aprendo uno scenario dove regole e limiti sono ancora in discussione. Sia Instagram sia TikTok raccomandano nelle loro linee guida di etichettare i media realizzati con intelligenza artificiale, ma non sembrano in grado di indicare quali clip siano problematiche per gli utenti che potrebbero impressionarsi da quanto visto nella loro bacheca senza nessun avviso.
Dal punto di vista economico, questo fenomeno rappresenta anche un’opportunità per il settore tech. Il mezzaluna utilizzo di AI per la creazione di contenuti visivi ha aperto un nuovo mercato per software e piattaforme che forniscono strumenti di editing e creazione automatica. Aziende che sviluppano applicazioni di generazione di immagini, ma anche i social network stessi, stanno esplorando nuove modalità di monetizzazione legate alla condivisione di questi contenuti. Tuttavia, il vero nodo sarà la regolamentazione e il controllo: man mano che i contenuti AI diventano più complessi e diffusi, le piattaforme dovranno trovare nuovi modi per garantire che ciò che viene condiviso rispetti standard di sicurezza e privacy adeguati. La sfida per i social media e i moderatori online sarà riuscire a bilanciare la libertà creativa con la protezione degli utenti. Un compito non semplice, soprattutto quando i confini dell’etica visiva sembrano sfumare sempre di più.
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di Andrea Indiano www.wired.it 2024-11-07 05:20:00 ,